Il Confucianesimo, recentemente
denominato Ruismo in alcune pubblicazioni specialistiche
(scuola confuciana, cinese: 儒家,
Rújiā; dottrina confuciana, cinese: 儒學,
儒学,
Rúxué) è una delle maggiori dottrine filosofiche, morali,
politiche della Cina, sviluppatosi nel corso di due millenni a
partire dagli insegnamenti del filosofo Kǒngfūzǐ, il «Maestro
Kong» (551-479 a.C.), conosciuto in occidente con il nome
latinizzato di Confucio, esercitando un'influenza grandissima anche
in Giappone, Corea e Vietnam. Confucio elaborò un sistema rituale e
una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla
decadenza spirituale della Cina, in un'epoca di profonda corruzione e
di gravi sconvolgimenti politici.
Dando forte enfasi ai legami familiari
e all'armonia sociale tra gruppi più vasti, quindi alla rettitudine
del mondo reale, piuttosto che a una soteriologia che proietti le
speranze dell'uomo in un futuro trascendente, il Confucianesimo è
definito come una dottrina umanistica. Secondo la definizione di
Herbert Fingarette è una religione che "sacralizza il
secolare", considerando le attività ordinarie della vita umana,
e specialmente le relazioni intra-umane, come manifestazioni del
sacro in quanto esse sono espressione della natura morale dell'uomo
(xìng 性), che ha un
ancoraggio trascendente nel Cielo (Tiān 天),
il Dio dell'universo e il suo ordinamento, e nel culto appropriato
reso agli dèi (神 shén,
i principii che generano gli enti). Mentre il Cielo (Tiān),
specialmente in alcune scuole teologiche, ha alcune caratteristiche
che corrispondono a quelle del Dio personale delle religioni
ellenistico-cristiane d'Occidente, è primariamente descritto come un
assoluto impersonale, assimilabile al Dào (道)
del Daoismo e al Brahman delle religioni indiane. La liturgia
confuciana (definita 儒 rú,
o anche 正統/正统
zhèngtǒng, cioè stile rituale "ortopratico")
condotta da sacerdoti o maestri del rito confuciani (禮生/礼生
lǐshēng) per il culto degli dèi in templi pubblici e
ancestrali, è preferita per i riti sanciti dallo stato rispetto alle
liturgie taoiste e popolari.
Dopo essersi confrontato con le scuole
di pensiero concorrenti, durante il Periodo dei regni combattenti, e
violentemente combattuto sotto l'imperatore Qin Shihuangdi, il
confucianesimo fu decretato filosofia di stato sotto l'imperatore Han
Wudi (156-87 a.C.) ed è rimasto tale pressoché ininterrottamente
(sebbene ciò non impedisse il prosperare nell'impero di altre
religioni) fino alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1912.
Dopo essere stato messo in discussione e violentemente soppresso,
specialmente negli anni della Rivoluzione Culturale, a partire dagli
anni 1980 è in atto un processo di riscoperta e reinvenzione del
Confucianesimo, divenuto manifesto e anche supportato dal governo
cinese negli anni 2000, che prende forma in una grande varietà di
iniziative e gruppi di studio, di culto e di politica, di cui degna
di nota è la costituzione nel 2015 della Santa Chiesa Confuciana
della Cina (中华孔圣会 Zhōnghuá
Kǒngshènghuì) che intende essere un corpo nazionale per tutte
queste correnti.
Terminologia
In lingua cinese esistono diversi concetti per riferirsi al Confucianesimo e alle sue diverse sfaccettature. Si noti che il termine radicale rú 儒 non è facilmente traducibile nelle lingue occidentali, ma fa riferimento a un vasto campo semantico che può essere reso con i concetti occidentali di "raffinato" ed "edotto":- Scuola filosofica degli edotti/affinati (儒家 Rújiā) - reso "Ruismo" nelle traduzioni occidentali;
- Insegnamento religioso degli edotti (儒教 Rújiào) - reso "Ruismo";
- Ambito di studio degli edotti (儒學; semplificato 儒学 Rúxué) - 学 xué indica una categoria di studio ed è traducibile con il suffisso occidentale "-logia";
- Insegnamento religioso di Confucio (孔教
Kǒngjiào) - letteralmente "Confucianesimo".
La riflessione di Confucio
Confucio espose un complesso di
dottrine morali a scopo religioso che furono tramandate dai suoi
discepoli nell'opera 论语 Dialoghi.
Coloro che volevano sviluppare la personalità, prima rendevano
nobili i loro cuori; coloro che volevano nobilitare il proprio cuore,
rendevano prima veritiero il loro pensiero; coloro che volevano
rendere veritiero il loro pensiero, perfezionavano prima il loro
sapere.
Per Confucio gli uomini sono divisi in
tre gruppi:
1) gli uomini perfetti ovvero i saggi,
coloro che rappresentano il modello da seguire, avendo raggiunto il
più alto grado di perfezionamento, come ad esempio, gli imperatori
dell'antica Cina;
2) i nobili ovvero gli uomini superiori
(junzi);
3) gli uomini comuni che costituiscono
la massa.
"Il termine "li"
rappresenta un concetto assai complesso, che può definirsi come
l'armonizzazione dell'uomo con l'ordine generale del mondo in tutti
gli aspetti della vita, dall'osservanza dei riti religiosi statali e
familiari alle regole di comportamento del vivere sociale."Li"
è dunque una forza ordinatrice che deve guidare l'uomo nei suoi
doveri sia verso gli altri uomini (il rispetto, la cortesia, il
tatto, il decoro, l'autocontrollo), che verso gli esseri spirituali
superiori (il corretto culto reso al mondo divino e agli antenati).
"Li" è insieme la forza cosmica che dà forma e
ordine allo stato e alla famiglia. Una fondamentale virtù è il ren,
cioè l'umanità che è "la benevolenza che un uomo deve
mostrare verso i suoi simili, ma in misura proporzionata ad una
precisa gerarchia di legami politici e familiari."
La musica è molto importante poiché è
"manifestazione di ordine e armonia, ed espressione di
sentimenti nobili ed elevati."
Storia
Sviluppo del primo confucianesimo
Come per molte altre figure storiche
fondamentali nella storia del pensiero (Buddha, Socrate, Zarathustra)
non disponiamo di fonti che possano essere fatte risalire a Confucio.
Gli scritti di cui disponiamo furono tramandati dai discepoli del
filosofo, che raccolsero le parole e il pensiero del loro maestro.
Nel caso di Confucio, inoltre, il problema delle fonti è reso ancora
più grave dalla persecuzione di cui furono fatte oggetto le scuole
filosofiche durante la dinastia Qin, oltre due secoli dopo la morte
di Confucio.
I frammenti esistenti permettono
comunque di avere un quadro abbastanza chiaro del pensiero
confuciano. Confucio era un letterato che si preoccupava dei tempi
agitati in cui viveva. Aveva viaggiato attraverso la Cina, cercando
di diffondere le sue idee politiche e di influenzare i sovrani dei
numerosi piccoli regni in lotta per il dominio della Cina, sorti dopo
l'indebolimento della dinastia Zhou. Inizialmente persuaso di avere
una missione terrena, Confucio era un instancabile promotore delle
virtù degli antichi sovrani illustri, come il duca di Zhou. Cercò
di acquistare potere politico, ma non ebbe mai l'occasione di mettere
in pratica le sue idee; più volte espulso dai vari regni, tornò
infine nella terra natale dove spese l'ultima parte della sua vita
dedicandosi all'insegnamento.
I Dialoghi, l'opera più vicina
alla fonte del pensiero confuciano, riportano le discussioni del
filosofo con i suoi discepoli. Essendo una compilazione di
conversazioni, domande e risposte e di parti dedicate alla vita di
Confucio, i Dialoghi non sono la descrizione di un sistema
filosofico coerente. I primi abbozzi di un vero sistema furono
realizzati da discepoli, o da discepoli di discepoli, primo fra tutti
Zi Si, nipote di Confucio. Durante il fertile periodo delle Cento
scuole di pensiero, numerose importanti figure del confucianesimo
come Mencio e Xunzi svilupparono la dottrina sul piano etico e
politico. Mencio, in particolare, si soffermò sulla natura umana e
sulle teorie del buon governo.
Alcuni discepoli di Xunzi, come Han Fei
Zi si convertirono al legismo una teoria politica totalitaria basata
su un sistema penale severo, diametralmente opposta al
confucianesimo, e furono di aiuto all'unificazione della Cina da
parte di Shihuangdi.
Riconoscimento ufficiale
Il confucianesimo riuscì a
sopravvivere alla persecuzione di cui fu fatto oggetto durante la
dinastia Qin solo grazie ai letterati che ne conoscevano i testi a
memoria. Successivamente avvennero alcuni ritrovamenti che diedero un
supporto di prove storiche a quanto era stato ricostruito solo in
base a testimonianze orali: il ritrovamento più noto è quello dei
classici rinvenuti dietro ai muri della casa di famiglia di Confucio.
Gli imperatori Han sostennero la
dottrina confuciana. Forse influenzato da intellettuali come Dong
Zhongshu, l'imperatore Han Wudi fece del confucianesimo la filosofia
di stato ufficiale, senza tuttavia conferire un reale potere agli
intellettuali confuciani, i quali, delusi, diedero il loro sostegno
alla presa di potere da parte di Wang Mang (45 a.C.-23 d.C.).
Lo studio dei classici confuciani
divenne la base degli esami per il reclutamento o la certificazione
dei funzionari, facendo così del confucianesimo il cuore del sistema
educativo cinese, anche se il pieno regime degli esami imperiali
iniziò soltanto nel VII secolo, sotto la dinastia Sui. Il
confucianesimo penetrò quindi profondamente nel sistema di pensiero
dei cinesi e dei loro statisti, divenendo il pensiero politico
dominante, raramente messo in discussione fino agli inizi del XX
secolo.
Sviluppo dopo gli Han
Quando il confucianesimo divenne
dottrina ufficiale sotto gli Han anteriori, si potevano già
riconoscere varie correnti al suo interno. Successivamente, due
millenni di commenti, rinnovamenti, interpretazioni e ritorni alle
origini hanno contribuito alla complessità del quadro.
Si possono distinguere sei periodi
nella storia del confucianesimo J H Berthrong. Internet
Encyclopedia of Philosophy:
- Periodo classico di formazione, fino alla dinastia Qin (221 a.C.)
- Dinastia Han (202 a.C.—200 d.C.): ricostruzione dei testi perduti e redazione di commentari che divennero essi stessi oggetto di studi. Pur proclamando di voler semplicemente tramandare i testi antichi, i letterati dell'epoca lasciarono una forte impronta negli studi confuciani.
- Dal II all'VIII secolo: comparsa dello xuanxue collegato al taoismo; alcuni autori del movimento (Wang Bi, per esempio) si considerano confuciani. Sviluppo di una filosofia buddhista cinese, che trovò favore a corte.
- A partire dal IX secolo fino alla fine della dinastia Ming (metà del XVII secolo): comparsa di filosofi e correnti influenzati dal taoismo e dal buddismo - Han Yu, Li Ao, Liu Zongyuan (fine della dinastia Tang); neoconfucianesimo Song, con filosofi come Cheng Jing, Cheng Yi e Zhu Xi, Scuola dello spirito di Wang Yangming (fine del XV secolo). Sotto gli Yuan il canone classico di Zhu Xi diventò il programma di riferimento degli esami imperiali. Il neoconfucianesimo si diffuse in Corea e in Giappone.
- Dinastia Qing, a partire dalla fine del XVII secolo: sviluppo dell'Hanxue, "studi Han", corrente che vorrebbe un ritorno ai testi originari, vale a dire alla versione della dinastia Han. I pensatori di questa corrente rimproveravano infatti ai filosofi dei secoli precedenti di essersi allontanati troppo dal confucianesimo originario.
- A partire dal XX secolo: sviluppo del nuovo confucianesimo sotto l'impatto della filosofia occidentale.
Diffusione fuori dalla Cina
Dopo la riformulazione del
neoconfucianesimo da parte di Zhu Xi, Wang Yangming e altri
neoconfuciani, il confucianesimo diventò religione di Stato anche in
Corea e in Giappone.
Corea
Nel VII secolo, il confucianesimo fu
fatto proprio dalle classi nobiliari durante il periodo dei tre regni
di Corea e, quando questi vennero unificati dalla dinastia Goryeo, fu
alla base dell'ordinamento politico che il nuovo stato si diede. La
dinastia Goryeo fu soppiantata dalla dinastia Chosun nel 1393, che
proclamò la Corea stato confuciano
Vietnam
Sotto il dominio cinese, il
confucianesimo conquistò una posizione importante anche nella
società vietnamita(EN) Beliefs and religions'
in Learn About Vietnam, Ambasciata vietnamita negli USA, anche se
iniziò a diffondersi solo dopo che il Vietnam conquistò
l'indipendenza dalla Cina nel 939. Come in Cina, si sviluppò una
élite intellettuale, ed i principi di obbedienza e di rispetto per
l'istruzione e per l'autorità furono recepiti da tutti gli strati
della società. Il confucianesimo influenzò profondamente la
struttura familiare e fu alla base del rigido sistema di gerarchia
sociale. Nel XV secolo il confucianesimo prese in Vietnam il
posto del buddhismo e divenne religione nazionale sotto la dinastia
Le.
Giappone
In Giappone, a partire dal 593 d.C.,
quando salì al trono l'imperatrice Suiko, fu adottato il buddhismo
come religione di Stato, le istituzioni vennero rifondate secondo il
modello cinese ed ispirate dal confucianesimo. Fautore delle riforme
fu il principe Umayado, reggente dell'imperatrice e a tutt'oggi
venerato dai giapponesi come protettore del buddhismo, della casa
imperiale e del paese. Ispirandosi al pensiero di Confucio,
ristrutturò i ranghi della società, assegnando i più alti in base
ai meriti, e non più in base alle discendenze familiari. Nel 604
compilò la costituzione di 17 articoli, che fissava i codici di
comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una società
buddhista, e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890.
Quando riemersero i clan fedeli alla
tradizione shinto, verso la metà del VII secolo, il buddhismo subì
una flessione ma non fu sradicato, dato che molti dei clan imperiali
si erano convertiti a tale dottrina. La struttura dello stato fu
rafforzata con gli editti di riforma di Taika (大化の改新,
Taika no Kaishin), promulgati nel 646 dall'Imperatore Kōtoku. Tali
riforme riorganizzarono l'amministrazione statale secondo i criteri
del confucianesimo, che influenzò quindi profondamente il pensiero
giapponese fino al XIX secolo.
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