mercoledì 31 agosto 2022

Il karate Kyokushin è efficace?

 

Il karate Kyokushin è uno degli stili di karate full contact più famosi al mondo. Fondato nel 1964 dal grande Mas Oyama, Kyokushin è uno stile che abbraccia un metodo di duro allenamento e miglioramento personale.

Oggi, il Kyokushin ha molte organizzazioni e milioni di studenti. È ben diffuso in tutti e sette i continenti e sembra che ogni città abbia almeno una scuola. Quindi, per saperne di più sul Kyokushin, abbiamo deciso di avvicinarti a ciò che lo rende così speciale e al modo in cui si oppone ad altri stili.


Le sessioni di allenamento sono molto difficili

Le sessioni di allenamento sono molto difficili e tutti gli studenti devono avere livelli cardio decenti. Inoltre, tutti i dojo chiedono un comportamento gentile e rispetto reciproco tra gli studenti. In breve, i metodi di formazione sono costituiti da tre parti principali:

Kihon (basi)

Kata (forme immaginarie di combattimento)

Kumite (combattimento)

Il padre del Kyokushin, Mas Oyama, lo ha creato per essere molto utile nella vita reale e contro altri stili. Quindi, come ci si aspetterebbe, il sistema dipende fortemente dallo sparring e dall'applicazione reale. In alcuni dojo, gli studenti combattono quotidianamente e questo a volte può essere un vero inferno, in particolare per i nuovi studenti.

Gli studenti di solito iniziano ogni lezione esercitando prima le mosse. Quindi, continuano a eseguirle in sparring con il partner. Come nel BJJ, lo sparring rappresenta il modo migliore e più veloce per apprendere nuove tecniche.

Tuttavia, lo sparring dello Kyokushin differisce dagli altri stili come la kickboxing.

Nel Kyokushin, gli studenti combattono senza fasce per le mani, guanti o parastinchi. In altre parole, non indossano alcun equipaggiamento protettivo. Quindi questa forma di karate non è per tutti e può essere davvero spiacevole a volte.

Può sembrare strano, ma nonostante la mancanza di equipaggiamento di sicurezza, il Kyokushin non è un'arte marziale pericolosa. Sì, a volte è doloroso, ma il rischio di lesioni è lo stesso degli altri stili.

La maggior parte degli infortuni si verificano in gara o per incidente e questo è qualcosa di cui non devi preoccuparti.


Vantaggi di combattere senza l'equipaggiamento protettivo

Lanciare colpi duri senza parastinchi e guanti può sembrare folle e brutale. In qualche modo lo è. Ma quando si tratta di realismo, questo metodo ha molti vantaggi.

In altri stili come la boxe, i combattenti usano fasce per le mani e guanti per prevenire lesioni alle nocche. Questo significa che i pugili possono tirare pugni potenti senza pensare molto agli infortuni. Sebbene questo sia molto sicuro, può rivelarsi negativo in una rissa di strada o in un altro scenario di combattimento.

Un pugile o un kickboxer non sono addestrati a usare i pugni senza l'equipaggiamento di sicurezza. Quindi, in una rissa di strada, possono facilmente rompersi la mano lanciando gli stessi pugni potenti che tirano durante l'allenamento. Abbiamo tutti sentito storie su qualcuno che si è rotto le mani in una rissa di strada.

Come detto prima, gli studenti del Kyokushin non indossano guanti o parastinchi durante l'allenamento. Quindi, devono sapere come usare le tecniche nei loro attacchi per evitare lesioni. E sono anche abituati a ricevere colpi senza protezioni. In qualche modo, i loro corpi diventano effettivamente immuni ai colpi.

Come possiamo vedere, la mancanza di protezioni ha in realtà molti vantaggi. Pochi sistemi di arti marziali ti permettono di sperimentare un livello così alto di realismo.

Il Kyokushin insegna ottime capacità di attacco

Il karate Kyokushin è uno stile molto tecnico e c'è una base scientifica dietro ogni mossa. Rispetto ad altri stili tradizionali, molti professionisti lo vedono effettivamente come il miglior stile.

Ciò principalmente perché è molto realistico e utile nell'autodifesa.

Il Kyokushin non si limita a utilizzare la potenza pura senza abilità. Tutti gli studenti devono imparare a generare potenza nelle tecniche utilizzando i fianchi e la transizione del peso. Ciò consente loro di tirare calci e pugni senza usare molta energia. Ma allo stesso tempo, questi colpi hanno molta potenza e velocità.

Inoltre, tutti gli studenti devono dedicare molte ore a migliorare il loro gioco di gambe e imparare a usare gli angoli. Ciò si traduce in un migliore movimento laterale e in un'esecuzione più efficace delle tecniche. Queste sono tutte basi reali quando si tratta di qualsiasi forma di combattimento.


Il Kyokushin Karate è efficace in una rissa di strada?

È molto utile per le strade poiché è uno stile a pieno contatto. Come detto in precedenza, abbraccia un metodo di allenamento duro e molte sessioni di sparring. Insieme alla mancanza di protezioni, questo può aiutare qualsiasi persona a prepararsi ad uno scenario di combattimento nella vita reale.

Inoltre, i combattenti devono dedicare molto tempo e sforzi per eseguire le mosse. La ripetizione, infatti, li aiuta a imprimere le mosse nella memoria muscolare e migliorare l'istinto di combattimento. Quindi, una volta che ci stroverà coinvolti in una rissa di strada, una persona eseguirà le mosse senza nemmeno pensarci.

Le tecniche del Kyokushin sono utili sia nei combattimenti ravvicinati che a distanza.

I praticanti possono attingere ad una grande varietà di colpi tra pugni e calci. Inoltre, nel loro repertorio hanno colpi molto violenti indirizzati al gomito e al ginocchio dell'avversario che possono causare danni molto seri.


Qual è il principale svantaggio del Kyokushin Karate?

Il più grande difetto del karate Kyokushin è l'eliminazione dei pugni alla testa.

In origine il Kyokushin permetteva anche i pugni alla testa. Queste tecniche si rivelarono troppo brutali, poiché questi attacchi spesso provocavano gravi lesioni alla testa e alle nocche.

Il Kyokushin per essere accettato in tutto il mondo dovette cambiare.

Come è facilmente intuibile, non molte persone volevano allenarsi in uno stile del genere. Non si è voluto nemmeno includere i guanti perché ciò avrebbe danneggiato la parte realistica della tecnica.

Quindi i colpi di gomito e di mani alla testa non sono consentiti sia in allenamento che in gara. Tuttavia, ci sono alcune scuole di karate che consentono pugni e calci alla testa. I combattenti di queste scuole possono competere in tornei di karate modificati che consentono pugni alla testa. Ma dobbiamo dire che la maggior parte delle scuole e dei tornei in realtà proibisce queste tecniche.


La differenza tra Kyokushin e Shotokan Karate

Il Karate Shotokan è molto più sicuro del Karate Kyokushin. Questo perché lo Shotokan non si concentra sull'uso di colpi potenti e sull'infliggere danni enormi come nel Kyokushin. Ma per qualche ragione, le persone tendono a confrontare questi due stili nonostante siano molto diversi. Quindi decidere quale sia superiore all'altro non è un compito facile.

Lo Shotokan è un karate a contatto leggero in cui l'azione si interrompe dopo ogni colpo.

Una volta che il pugno o il calcio vanno a segno, gli arbitri devono interrompere l'azione per decidere quanti punti il praticante ha guadagnato. Così tante persone vedono il Kyokushin come uno stile migliore poiché i combattenti possono lanciare molti attacchi.

Inoltre, c'è un chiaro contrasto anche nella sicurezza. Come detto in precedenza, i combattenti del Kyokushin usano equipaggiamento e protezioni limitati. Lo Shotokan, d'altra parte, è molto più sicuro sotto questo aspetto poiché tutti gli studenti devono indossare l'equipaggiamento di sicurezza completo.

La differenza più grande è in realtà lo stile di combattimento. Il karate Shotokan consente di colpire solo la parte superiore del corpo, compresi i colpi alla testa. È qui che molte persone pensano che lo Shotokan abbia un vantaggio. Ma non dimentichiamoci che i praticanti Shotokan si concentrano sul colpire per acquisire punti. Quindi l'obiettivo reale della competizione è quello di superare il rivale.

Il Kyokushin, tuttavia, non ammette pugni alla testa. Ma a differenza dello Shotokan, è più realistico poiché l'obiettivo principale è mettere KO il rivale, non superarlo ai punti.

Come possiamo vedere, i due stili sono diversi in quasi ogni aspetto. Ma quale è più efficace?

Il Kyokushin è una scelta migliore per l'autodifesa in quanto è molto più realistico. In uno scontro di strada, ti consente di neutralizzare l'attaccante e metterlo fuori combattimento.

Ma lo Shotokan è uno stile molto più sicuro e non ci sono dubbi su questo.

Lesioni gravi si verificano molto raramente.


Muay Thai vs Kyokushin Karate

La rivalità tra questi due stili di arti marziali esiste dagli anni '60. Combattevano secondo le regole del kickboxing in vari tornei asiatici. Nonostante si tratti di due sport diversi, in realtà condividono molte somiglianze.

Il karate Kyokushin è anche conosciuto come "Muay Thai con un gi" poiché consente colpi di ginocchio e gomito. Tuttavia, ci sono anche molte differenze.

Il più ovvio è che il karate Kyokushin non consente il clinch nel combattimento. Quindi, molte persone pensano che la Muay Thai sia un'arte marziale più completa, ma su questo punto rimane aperto il dibattito.

Ad esempio, il clinch è molto importante se non l'aspetto più importante nella Muay Thai.

I combattenti usano il clinch per sferrare le ginocchiate al corpo e usare le gomitate. Nel karate, tuttavia, i combattenti devono lanciare questi colpi pur essendo a distanza e separati dal rivale. Quindi questi colpi sono effettivamente più utili nella Muay Thai.

Non importa come la pensi, dobbiamo rispettare entrambi gli stili.



martedì 30 agosto 2022

Mi presento

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Cari amici ricercatori,
con piacere inizio a scrivere un nuovo blog piuttosto particolare. E’ una sfida con me stesso perché questo argomento si è prestato a ripetute banalizzazioni; infatti la figura del karateka kyokushin è molto suggestiva e fa gola a tutti coloro che fanno commercio di questa disciplina, della sua spiritualità, cavalcando la tendenza attuale ad annacquare i valori più alti per renderli digeribili a coloro che vorrebbero cambiare la propria vita senza alcun impegno.
Come blogger sento il rischio di essere anch’io accomunato a questi pseudo-praticanti che si sono impadroniti di una nobile Eredità, imparandone il linguaggio esteriore, per vantare delle conoscenze masticate e mai vissute.
La mia aspirazione è tentare di esprimere in un blog che cosa veramente significa praticare il kyokushin karate seguirne la Via e che cosa questo comporta. Cercherò di essere semplice, ricordando che la semplicità è una conquista del ricercatore e non è sinonimo di banalità e superficialità. La semplicità infatti si coglie quando si è acquisita una comprensione reale che è frutto di esperienza.
Inizio col dirvi che la via del praticante di Kyokushin karate non è uno dei vari percorsi interiori e spirituali e che quindi non comporta una scelta di cambiamento o di appartenenza. Esemplificando, per seguire la via tracciata dal kyokushin karate non si deve abbandonare il cammino che già qualcuno ha scelto. Con più precisione intendo dire che chi pratica zen non deve lasciarlo, chi si sente vicino ad un Maestro e ad una via spirituale non deve assolutamente cambiare. La via del kyokushin karate è trasversale, anche se ci sono sfumature diverse, ma non essenziali, tra le Tradizioni.
La via del karate è un modo d’essere sostanziale ed è assolutamente non cruenta. Comporta un vero lavoro sulla propria personalità e sull’essenza. E’ una via umile, sincera e nobile per ritrovare la dignità umana, l’apertura del Cuore, il contatto con l’anima, l’amore per l’essere umano, per la Vita e per la terra.                 
Il RISPETTO per ogni essere è una qualità fondamentale del guerriero. Comprenderete quindi che un simile rinnovamento deve riguardare ogni essere umano, indipendentemente dalla sua appartenenza.
Ma un concetto deve essere sottolineato: se si è sinceri, si abbandona ogni credenza oscura, ogni visione settaria, ogni estremismo, ogni forma di falsa spiritualità.

lunedì 29 agosto 2022

Ashihara kaikan

 


Ashihara kaikan è un moderno karate da strada a contatto pieno sviluppatosi dal karate Kyokushin di Hideyuki Ashihara con influenze di varie arti marziali tra cui Muay Thai, Pankration e Jujutsu con un'enfasi sui Sabaki, usando il lavoro di gambe e le tecniche per trasformare la forza e lo slancio di un avversario contro se stesso e riposizionandosi nel punto "cieco" dell'avversario.

Lo stile si è incentrato sull'applicazione pratica in un combattimento reale che può includere più attaccanti.

La prima esposizione pubblica mondiale di Sabaki è stata nel documentario sul primo Kyokushin World Open Tournament nel 1975. Shihan Hideyuki Ashihara (istruttore senior) ha mostrato le sue abilità nell'utilizzo del Sabaki per sconfiggere più aggressori in una dimostrazione all'inizio del documentario. Nel 1980, Hideyuki Ashihara ha ufficilizzato il proprio stile di karate formando la New International Karate Organization (NIKO)- Ashihara Karate Kaikan ed è diventato il Kancho (Grandmaster) della NIKO.

L'Honbu (quartier generale) di Ashihara si trova nella città di Matsuyama. Kancho Ashihara ha nominato la studentessa senior Joko Ninomiya e campionessa di tornei, che era già di base negli Stati Uniti, come Shihan (istruttore senior) per gli Stati Uniti.

Gli aspetti tecnici dell'Ashihara si sono sviluppati intorno a 6 aree di base:

  • Tecniche di base.

  • Quattro movimenti.

  • Posizionamento.

  • Sabaki

  • Kata.

  • Kumite.

Le basi sono 21 tecniche di base che sono tutte pratiche in uno scontro di strada.

I kata sono basati sui Sabaki e sono applicabili a situazioni di combattimento reali rendendoli unici nel mondo del karate.



Esistono sei tipi di kata:

  • Kata per principianti (Shoshin no kata).

  • Kata di base (Kihon no kata).

  • Lanciare kata (Nage no kata).

  • Sparring kata (Kumite no kata).

  • Combattimento kata (Jissen no kata).

  • Kata di autodifesa (Goshin no kata)


Nei kata ci sono tre tipi di pattern: corto, medio e lungo raggio. Ogni kata può essere utilizzato per la pratica combinata sia da solista che con un partner come allenamento per la tecnica di controllo. L'Ashihara Karate è definito come uno stile moderno, in parte, perché i suoi kata rivoluzionari non hanno alcuna influenza storica con i kata del karate tradizionali dell'era dei samurai, ogni mossa (colpo, gioco di gambe, blocco o spazzata) è efficace in una rissa da strada con il karateka che immagina un avversario e una volta che il kata è padroneggiato dal karateka, verrà quindi eseguito con un attaccante, sia con il karateka in assolo che con un attaccante.

Il combattimento a pieno contatto (kumite) viene praticato durante l'allenamento e nei tornei.

' Sabaki è un concetto difficile da tradurre dal giapponese. In generale, ' sabaki si riferisce al movimento, spesso implica un concetto di controllo, a volte implica la preparazione per un movimento successivo. Ad esempio, Sabaki può essere utilizzato in riferimento all'addestramento di un cavallo. Il cavaliere esegue determinati movimenti nel tentativo di controllare l'animale, in modo che l'animale si comporti come vuole.

Kancho Hideyuki Ashihara ha adottato la parola Sabaki per incarnare l'essenza di questo stile di Karate. Nell' Ashihara Karate, Sabaki descrive il movimento compiuto da un difensore che esce dalla linea di un attacco, in una posizione dalla quale può lanciare un contrattacco. Questo movimento controllato, in preparazione per un successivo avanzamento, è alla base della strategia dell'Ashihara Karate: la combinazione di difesa e attacco in uno ... SABAKI.

L'essenza dell'Ashihara Karate è contenuta in Sabaki, il metodo di combattimento che combina difesa e attacco in un tutt'uno. Nella creazione di Sabaki, Kancho Ashihara ha considerato le varie funzioni del corpo umano e come massimizzare le prestazioni del corpo per controllare un avversario senza essere preso a pugni o calci a propria volta. Ad esempio, ci sono direzioni di movimento che il corpo umano trova facili e altre scomode. Se i tuoi avversari si avvicinano di petto, si ha bisogno di molta potenza per costringerli a tornare indietro, specialmente se sono molto più forti. Se invece ti metti al suo fianco e lo trascini avanti, lui proseguirà per forza d'inerzia. A quel punto, se applichi un po 'di forza dall'esterno, puoi cambiare la direzione del suo slancio e sconvolgere il suo equilibrio. Usando la forza dei tuoi avversari contro di loro, puoi vedere come qualcuno che non è così forte può abbattere un avversario molto più grande. Se questo principio può essere compreso e padroneggiato, il karate diventa qualcosa che chiunque può imparare.

Due concetti importanti di Sabaki sono il controllo del combattimento e il posizionamento.

Posizionamento: si riferisce alla capacità di assumere una posizione sul lato o dietro gli avversari (punto cieco) da cui è possibile attaccare facilmente senza essere attaccati.

Controllo del combattimento - è un termine che rappresenta ciò che Ashihara Karate rappresenta, implica un tipo di allenamento di autodifesa rivoluzionario, scientifico, logico e sicuro; in particolare, si riferisce alla capacità di assumere una posizione sicura e forte da cui contenere il proprio avversario e lanciare un contrattacco.

Kancho Ashihara ha pubblicato il suo primo libro in inglese nel 1985 intitolato Fighting Karate.

Un video didattico è stato pubblicato nel 1985 in inglese. Un secondo libro didattico intitolato More Fighting Karate fu pubblicato nel 1989. In giapponese, Kancho Ashihara pubblicò il suo primo libro nel 1983 Jissen Ashihara Karate, il suo secondo libro nel 1984 Jissen Ashihara Karate 2 e il suo terzo libro nel 1987 Jissen Ashihara Karate 3. Kancho Ashihara pubblicò il suo primo video didattico giapponese nel 1984, il secondo nel 1986 e il terzo anche nel 1986.

L'Organizzazione Internazionale di Karate Ashihara guidata da Kaicho Hoosain Narker ha anche prodotto diversi manuali di istruzioni che includono: Manuale dello studente, Guida ai kata, Manuale delle operazioni, Manuale dell'amministrazione, Manuale dell'insegnamento, Guida alla preparazione per la cintura nera e ai tornei Guida ai kata, Manuale del test teorico

Hanno anche prodotto diversi DVD didattici che includono: Ashihara Karate Sabaki, Ashihara Karate Blue Belt parte 1, Ashihara Karate Blue Belt parte 2, Ashihara Karate Kata 1

Il karate gi era unico all'epoca in quanto riportava il nome dello stile sul retro della giacca in inglese "Ashihara Karate", oltre all'Ashihara in kanji sulla parte anteriore della giacca, e anche sulla manica sinistra. era un logo Ashihara a colori e in inglese. Il sistema di classificazione e cintura è lo stesso del Kyokushin.

Il Karate Dogi è l'abito indossato per gli allenamenti di karate. Consiste in una giacca (uwagi) e pantaloni (zubon) in cotone o tela bianca e una cintura (obi), il cui colore indica il grado dello studente. La scuola Ashihara permette di avere distintivi (stemmi) sul lato sinistro del petto e sulla manica sinistra. La cintura indossata indica il grado del karateka secondo il sistema di classificazione standard adottato nell'Ashhihara Karate. I dieci ranghi inferiori (Mudansha) di Kyu o cinture non nere sono divisi nei seguenti colori: bianco, blu, giallo, verde e marrone. I dieci ranghi superiori (Yudansha) di Dan hanno i titolari che indossano la cintura nera.


domenica 28 agosto 2022

Combattimento in piedi


 


Nelle arti marziali e negli sport da combattimento, il combattimento in piedi è un combattimento corpo a corpo tra avversari in posizione eretta, distinto dal combattimento a terra.

Combattimento Clinch è stand-up prese. I combattenti impiegano colpi, comprese combinazioni di colpi, usando parti del corpo o armi da mischia, per inabilitare o ferire l'avversario. I combattenti usano tecniche di blocco per bloccare gli attacchi dell'avversario.

Le arti marziali e gli sport da combattimento che enfatizzano il combattimento in piedi includono la boxe (inclusa la boxe a mani nude), jōdō, karate, kendo, kickboxing, kung fu (sanda/sanshou), Muay Thai, savate, silat e Taekwondo.


Distanze di combattimento in piedi

La natura del combattimento in piedi dipende dal fatto che i combattenti siano disarmati o utilizzino armi da mischia. I manganelli diventano meno efficaci a breve distanza, specialmente in caso di ribaltamento, dove non possono essere oscillati correttamente. I coltelli d'altra parte non hanno bisogno di tanto spazio di spinta per generare danni. Nel combattimento in piedi senza armi da mischia, è possibile separare le distanze tra i combattenti in base alle quali i colpi possono raggiungere l'avversario.

La zona di comfort è una distanza non di combattimento dalla quale non è possibile calciare l'avversario senza chiudere considerevolmente la distanza. Da questa zona il combattente potrebbe avvicinarsi con cautela all'avversario per attaccare.

Distanza del calcio: la distanza del calcio è la posizione di combattimento disarmata più distante in cui è possibile stabilire un contatto costante con l'avversario. I combattenti possono usare calci rapidi di vasta portata alle gambe, al corpo o alla testa dell'avversario. Le arti marziali come il Taekwondo enfatizzano la distanza dei calci nel combattimento.

Distanza di pugno: la distanza di pugno è la zona in cui possono essere tirati i pugni, e questa è la distanza dal colpo più lontano al gancio più vicino, a condizione che non si verifichi un grappling. Oltre ai pugni, questa distanza spesso consente anche di gomiti e ginocchia, sebbene il loro utilizzo richieda la chiusura alla distanza di clinciatura. La boxe è uno sport da combattimento che si occupa esclusivamente della distanza dei pugni. Tuttavia molte arti marziali, in particolare quelle che impiegano combattimenti estremi a distanza ravvicinata (ad esempio Wing Chun e Mantide Religiosa Meridionale) allenano i range entro il range del pugno, ma non necessariamente impiegano tecniche di clinciatura. Questa raccolta di distanze è spesso chiamata raggio di combattimento. Nelle regole che consentono sia il combattimento in piedi che il combattimento a terra, come quelle delle arti marziali miste, i takedown possono essere lanciati anche da questa distanza. Effettuare un takedown da questa distanza viene generalmente definito tiro.

Zona di presa: la zona di presa o presa si riferisce alla stessa distanza della distanza di pugno, tranne per il fatto che uno o entrambi i combattenti afferrano e allo stesso tempo impediscono all'altro di spostarsi in una zona di contatto più distante o nella zona di comfort usando un clinch hold.

sabato 27 agosto 2022

karate calcio volante

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Il calcio volante è un tipo di calcio praticato in certe arti marziali e nei tipi di ginnastica basati su di esse, con la particolarità di essere scagliato nell'aria, più specificamente è effettuato muovendosi ("volando") verso l'avversario dopo una rincorsa iniziale per prendere lo slancio. In questo senso il "calcio volante" è un caso particolare del calcio saltato, cioè ogni calcio che viene scagliato a mezz'aria senza che i piedi tocchino il suolo.
I calci volanti e saltati sono insegnati in alcune arti marziali asiatiche, per esempio il karate, kempo, kalarippayattu, kung fu e taekwondo.

Storia
Il calcio in generale, così come il calcio saltato, erano estranei allo stile meridionale, e la loro presenza nelle arti marziali Giapponesi, Coreane e del Wing Chun erano probabilmente dovute all'influenza dello stile settentrionale. Storicamente, lo sviluppo e la diffusione delle tecniche del calcio saltato nelle arti marziali asiatiche sembra aver avuto luogo tra il 1930 e il 1950. Durante questo periodo, che risale al 1940 le arti marziali cinesi influenzarono le arti marziali dell'Okinawa. Le arti marziali dell'Okinawa a loro volta si svilupparono nel karate e ultimamente nel taekwondo. L'enfatizzazione che svolge il taekwondo nello spinning, nel salto e nel calcio volante risale al 1960.

Tecnica
Il completamento di un calcio volante si affida a una preparazione mentale combinata a una predisposizione per le attività atletiche. Infatti un elemento fondamentale per la preparazione consiste nell'esercizio mentale e nel visualizzare sempre mentalmente il calcio volante prima della sua esecuzione. Un calcio volante eseguito correttamente richiede che l'individuo atterri sui propri piedi mantenendo l'equilibrio.

Praticità e scopo
Sebbene l'efficienza di un calcio saltato in uno sport di combattimento o per autodifesa sia molto discutibile, la mossa è utilizzata principalmente a scopo dimostrativo, per mostrare l'abilità e il controllo che possiede chi lo pratica, o come un passo di danza.
Il calcio volante (nonostante il riferimento all'utilità) è considerato come una fra le tecniche delle arti marziali più difficili da praticare correttamente. In un testo pubblicato nel 1991 dedicato ai calci volanti del taekwondo l'allenatore Yeon Hwan Park sosteneva che il principale beneficio dell'allenamento sul calcio volante sia "superare i limiti delle barriere mentali attraverso il superamento di imprese fisiche che danno confidenza a colui che lo sta imparando". Park enfatizza il fatto che il calcio volante e saltato siano fra le più difficili ed avanzate tecniche, e che lui stesso non ne consiglia l'utilizzo durante i tornei, ma allo stesso tempo ipotizza che possano essere eseguite anche nell'autodifesa dopo averne conosciuto a fondo la tecnica di esecuzione.






venerdì 26 agosto 2022

Assorbimento di colpo

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Nel pugilato e altri tipi di lotta, l'assorbimento di colpo è un'azione difensiva che consiste nell'accompagnare il colpo dell'avversario per attutire l'effetto del colpo stesso. Alcuni atleti usano questa modalità di difesa per sferrare contemporaneamente un contrattacco dopo avere provocato l'attacco dell'avversario. Assorbire un colpo è una cosa diversa dall'incassarlo.

mercoledì 24 agosto 2022

Embusen



Nell'arte marziale del karate, l'embusen è l'asse immaginario su cui deve essere svolto il kata. Se lo si attraversa correttamente, si ritorna nel punto esatto in cui si è iniziato il kata. Può avere svariate forme, dalla linea retta orizzontale del kata "Tekki" (Cavaliere di ferro) a quello molto complicato di "Sochin".



Karate baka ichidai




Karate baka ichidai (空手バカ一代 lett. "Una vita pazza per il karate") è un manga scritto da Ikki Kajiwara e illustrato da Jiro Tsunoda e Jōya Kagemaru. La storia è basata sulla vita del campione di arti marziali Masutatsu Ōyama.
Il manga è stato pubblicato su Weekly Shōnen Magazine fra il 1971 e il 1977 e in seguito raccolto in 29 volumi tankōbon. Un adattamento anime è stato prodotto da Tokyo Movie e trasmesso dal 3 ottobre 1973 al 25 settembre 1974, per un totale di 47 episodi.
Toei Animation ha adattato l'opera in un film live action dallo stesso titolo, distribuito a partire dal 14 maggio 1977. Un secondo film, Shin karate baka ichidai: kakutōsha, diviso in due parti, è stato pubblicato nel 2003 e nel 2004 per la ricorrenza della morte di Ikki Kajiwara.

martedì 23 agosto 2022

Monaco buddhista

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Il monaco buddhista (sanscrito bhikṣu, pāli bhikkhu, cinese 比丘 pinyin bǐqiū Wade-Giles pi-ch'iu, giapponese biku, tibetano dge slong pha, coreano 비구 pigu, vietnamita tỷ khưu, thai ภิกษุ bhikkhu) e la monaca buddhista (sanscrito bhikṣuṇī, pāli bhikkhunī cinese 比丘尼 pinyin bǐqiūní Wade-Giles pi-ch'iu-ni, giapponese bikuni, tibetano dge slong ma, coreano 비구니 piguni, vietnamita tỷ khưu ni, thai ภิกษุณี bhikkhuni) è colui o colei che, compiuti i venti anni di età, conferma l'ordinazione dopo un periodo di noviziato (sanscrito śrāmaṇera, pāli sāṃanera).
La piena ordinazione monastica avviene di fronte ad almeno altri dieci membri anziani della comunità monastica (cinque per le regioni considerate di periferia).
La procedura di ammissione al saṃgha è dettagliata nel Vinaya del canone ed è chiamata Upasampadā; in breve, il candidato è interrogato sulle sue motivazioni e su eventuali ostacoli. Poi venne annunciata la candidatura per tre volte e, se nessuno esprime obiezioni, è ammesso ed invitato a rispettare i precetti del vinaya che sono:
227 (311 per le monache) secondo la scuola Theravāda che segue il Canone pāli;
250 (348 per le monache) per le scuole che seguono il Canone cinese;
253 (364 per le monache) per le scuole che seguono il Canone tibetano.
Nelle scuole del Buddhismo Mahāyāna ovvero tutte quelle afferenti ai Canoni cinese e tibetano viene aggiunta la recita del pranidhāna ovvero i Voti del Bodhisattva.
Le scuole giapponesi Tendai e Zen non seguono le regole del vinaya ma solo quelle Mahāyāna elencate nel Brahmajālasūtra (梵網經 pinyin: Fànwǎng jīng, giapp. Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma, conservato nel Lǜbù) testo contenenti 58 precetti, di cui 10 considerati maggiori e 48 minori.

Rito dell'ordinazione monastica
I primi riti di ordinazione monastica prevedevano la rasatura dei capelli e della barba, la recitazione della formula del rifugio (sans. śaraṇa) nel Buddha, nel Dharma e nel Saṃgha (i Tre gioielli, sans. Triratna) e la consegna dell'abito color zafferano composto di tre parti (trichīvara).
Successivamente il rito si rese più complesso prevedendo che il candidato a novizio (śrāmaṇera) si presentasse con la testa rasata di fronte ad un'assemblea composta da almeno dieci monaci già ordinati, mentre le novizie avevano bisogno anche della presenza di monache per rendere valida l'ordinazione. Successivamente il novizio prendeva l'abito monastico recitando una formula che ricordava l'uso di questo a sola protezione del corpo, e non suo ornamento. Dopo essersi ritirato per indossarlo, tornava per prendere rifugio nel Triratna impegnandosi a rispettare le Śīla che il capo dei monaci elencava e il novizio ripeteva.
Nella ordinazione completa (Upasampadā), ovvero il passaggio da śrāmaṇera a bhikṣu, il novizio ripeteva la sua prima ordinazione, poi un monaco anziano gli domandava se avesse degli impedimenti (età, malattie, etc.). Successivamente il novizio citava i suoi due maestri (āchārya) che lo avevano seguito nella sua formazione fino a quel momento, i quali gli consegnavano l'abito e le ciotole per le elemosine. Successivamente il capo dei monaci elencava le trasgressioni per cui sarebbe stato allontanato dall'ordine monastico e il novizio faceva professione per tre volte dell'intenzione di entrare nella comunità. La comunità monastica presente aveva il diritto di opporsi al suo ingresso. La cerimonia terminava con un discorso sul Dharma del capo dei monaci.
Nel Buddhismo cinese, in passato, l'ordinazione a monaco era preceduta dal rito del jiǔ che consisteva nel bruciare dei coni di incenso composti con l'erba dell'artemisia vulgaris sulla testa rasata del candidato monaco producendo un numero di cicatrici variabile da tre a dodici, a seconda del monastero in cui veniva praticata.

lunedì 22 agosto 2022

Dan

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Dan (livello, grado) è un termine giapponese che, nell'ambito dal sistema di valutazione Dan-i, identifica i diversi livelli di abilità o d'esperienza che si possono acquisire in una disciplina, principalmente nelle arti marziali.
Il termine Dan viene utilizzato anche in altre pratiche tradizionali giapponesi come l'ikebana, il go o la cerimonia del tè.
Le regole base per l'ottenimento dei dan:
I livelli possibili sono tradizionalmente in ordine crescente di abilità dal primo al decimo.
Il primo dan corrisponde al momento in cui, nelle scuole tradizionali, il candidato all'apprendistato finisce il suo periodo di prova e viene considerato come degno di ricevere il vero insegnamento. Parlando in senso stretto, il primo dan è il grado di debuttante, mentre il decimo dan è in generale riservato al fondatore dell'arte marziale, e non può essere conferito se non da lui stesso. Questa situazione ha portato alla scomparsa di questo grado da alcune arti marziali.
I primi dan possono essere generalmente ottenuti conquistando una sufficiente quantità di punti nelle competizioni ufficiali oppure sostenendo degli esami.
I gradi più elevati richiedono anni ed anni di esperienza e tramite l'insegnamento o la ricerca occorre fornire un importante contributo nella disciplina delle arti marziali.
I gradi più elevati non possono essere conferiti che dal titolare di un grado superiore rappresentante una istituzione centrale.
Prima di raggiungere il 1º grado dan occorre aver conseguito il livello kyū più alto.
Nella maggior parte delle arti marziali, la qualità di detentore di un grado dan (yūdansha) è evidenziato dall'indossare una cintura nera.
Il sistema di classificazione e valutazione Dan-i fu ideato nel go da Honinbo Dosaku (1645–1702), un giocatore professionista di go del periodo Edo. Prima della sua invenzione, la classificazione era valutata con la comparazione degli handicap e tendeva ad essere vaga. Dosaku valutò il titolo più alto come Meijin 9º Dan. Egli fu probabilmente ispirato da un antico sistema cinese di classificazione dei gradi go (9 Pin Zhi) e da un sistema più corto di gradi (sistema dei nove gradi), anche se i numeri più bassi sono quelli di maggior valore in quei sistemi.
Il sistema di classificazione dei dan fu trasferito alle arti marziali da Kanō Jigorō (1860–1938), il fondatore del judo. Kanō partì con il sistema moderno di gradi nel 1883 quando premiò con il shodan (il grado più basso di dan) due dei suoi studenti anziani (Shirō Saigō e Tsunejirō Tomita). Precedentemente, le scuole di arti marziali premiavano meno frequentemente con licenze menkyo o pergamene segrete.
In tempi moderni, un praticante di livello dan di uno stile è solitamente riconosciuto come artista marziale che ha superato i kyū, o i gradi basilari. Essi, possono diventare anche degli istruttori autorizzati nelle loro arte. In molti stili, tuttavia, il raggiungimento di un livello dan significa che uno non è più da considerarsi un principiante, ma non è neanche un esperto. Più che altro significa che uno ha imparato le basi.
Il numero totale di gradi dan è specifico dello stile (dal 1° fino al 5° e dal 1° fino al 10° sono comuni nelle arti marziali giapponesi). I livelli di dan inferiori possono normalmente essere raggiunti attraverso un esame o, alle volte, mediante una competizione. I livelli più elevati di dan richiedono anni di esperienza ed il contributo alla relativa arte marziale moderna. Questo può avvenire attraverso l'insegnamento o la ricerca e la pubblicazione. Questi livelli possono solamente essere assegnati da graduati elevati rappresentanti principali del dojo o, talvolta da un comitato direttivo.
Molte arti marziali usano tra il I ed in X dan i seguenti gradi:

Grado 1º Dan 2º Dan 3º Dan 4º Dan 5º Dan 6º Dan 7º Dan 8º Dan 9º Dan 10º Dan
Traslitterazione Shodan Nidan Sandan Yondan Godan Rokudan Shichidan Hachidan Kudan Jūdan
Giapponese 初段 二段/弐段 三段/参段 四段 五段/伍段 六段 七段 八段 九段 十段
In alcune arti marziali le cinture nere vengono indossate in ogni livello di dan. In altre, invece, per il grado più alto (10º dan) si indossa una cintura di colore rosso. Nel Judo, dal 6° all'8° dan si indossa una cintura con colori rosso e bianco, mentre dal 9° al 10° si indossa la sola cintura rossa.
Alcune scuole di arti marziali coreane usano ricamare delle barre per denotare i differenti gradi di dan, come mostrato nelle cinture di cui sopra 1º, 2º e 3º dan
Nelle arti marziali coreane mancava un sistema di classificazione dei gradi sino all'occupazione giapponese (1910–1945) durante la quale una varietà di arti marziali giapponesi furono introdotte nel sistema scolastico coreano, in particolare judo karate - do e kendo. Dopo la fine dell'occupazione emersero nuove arti marziali taekwondo, tang soo do, soo bahk do e hapkido adottando i gradi di dan (, ) e geup (, ). Il sistema di classificazione dei dan è anche usato fra i giocatori di baduk. Oggigiorno, la Korea Taekkyon Association rilascia i gradi di dan anche ai praticanti di taekkyeon.

Chi ha ricevuto un grado dan viene chiamato yudanja (유단자, 有段者). Qualcuno che ha ricevuto un "elevato" dan (dal 6° Dan in su) è chiamato "godanja" (고단자, 高段者).

domenica 21 agosto 2022

Pinan

 


I kata Pinan (平安) sono una serie di cinque forme a mani nude insegnate in molti stili di karate. I kata Pinan hanno avuto origine ad Okinawa e sono stati adattati da Anko Itosu da kata più antichi come Kusanku e Channan in forme adatte all'insegnamento del karate ai giovani studenti. Quando Gichin Funakoshi portò il karate in Giappone, ribattezzò il kata in Heian, che viene tradotto come "pacifico e sicuro". Pinan è la notazione cinese Pinyin di 平安, che significa anche "pacifico e sicuro". Il coreano Tang Soo Do, uno dei 5 kwan originali della Corea (ma non Taekwondo), praticano anche questi kata; sono chiamati "Pyong-an" o "Pyung-Ahn", che è una pronuncia coreana del termine "ping-an".

I kata Pinan furono introdotti nei sistemi scolastici di Okinawa nel 1895 e furono successivamente adottati da molti insegnanti e scuole nel 1900. Così, sono oggi presenti nei curricula di Shitō-ryū, Wadō-ryū, Shōrin-ryū, Kobayashi-ryū, Kyokushin, Seido Juku, Shinki-Ryu, Shōrei-ryū, Shotokan, Matsubayashi-ryū, Shukokai, Shindo Jinen Ryu, Kosho-ryū Kempo, Kenyu Ryu, Kushin Ryu e molti altri stili.

Una delle storie che circondano la storia del kata Pingan afferma che Itosu ha imparato un kata da un cinese che viveva ad Okinawa. Questo kata è stato chiamato "Chiang Nan" dall'uomo cinese.

La forma divenne nota come "Channan", un'approssimazione okinawense/giapponese della pronuncia cinese. La forma originale del kata Channan è andata perduta. Itosu formò 5 kata dal lungo Channan Kata che pensava sarebbe stato più facile da imparare. Funakoshi modificò le forme Pinan sulle forme Heian, introducendo la sua versione di Kushanku (in realtà ribattezzata Kanku Dai). I 5 kata erano Pinans Shodan, Nidan, Sandan, Yondan e Godan.

I Pinan vengono insegnati a vari gradi di principianti in base alla loro difficoltà. I kata sono tutti vagamente basati su un embusen o una forma a forma di I. Questi kata servono come base per molti dei kata avanzati all'interno del Karate, poiché molte delle tecniche contenute in questi kata sono contenute anche nei kata di grado superiore, in particolare Kusanku.

In alcuni stili, Pinan Shodan e Pinan Nidan sono invertiti: ciò che alcuni stili chiamano Pinan Shodan è ciò che altri chiamano Heian Nidan e viceversa. Ad esempio, il kata Shotokan chiama Heian Shodan, altri stili, come lo Shitō-ryū, chiamano Pinan Nidan. Un altro punto da notare è che Shūkōkai insegna prima Pinan Nidan e poi Pinan Shodan, credendo che Pinan Nidan sia il kata più facile e più adatto ai principianti. L'ordine che viene appreso nel Wado-Ryu è il seguente:

  1. Pinan Nidan,

  2. Pinan Shodan,

  3. Pinan Sandan,

  4. Pinan Yondan (chiamato anche Pinan Shidan) e

  5. Pinan Godan.



In alcuni dojo Shito-Ryu l'ordine è diverso, poiché la maggior parte delle versioni Shito Ryu di Pinan Shodan sono più difficili delle altre, quindi l'ordine è il seguente,

  1. Pinan Nidan

  2. Pinan Sandan

  3. Pinan Yondan (chiamato anche Pinan Shidan)

  4. Pinan Godan

  5. Pinan Shodan


venerdì 19 agosto 2022

Il kumite dei 100 uomini

 


Il kumite dei 100 uomini (giapponese: hyakunin kumite) è una prova estrema di resistenza fisica e mentale nel karate Kyokushin. Il kumite è una forma di combattimento, una delle tre sezioni principali dell'allenamento di karate, e prevede un combattimento simulato contro un avversario. Il kumite dei 100 uomini consiste in 100 round di kumite, ciascuno della durata compresa tra un minuto e mezzo e due. Normalmente, il praticante di karate che si sottopone al test dovrà affrontare avversari di livello simile o superiore, e potrebbe affrontare un avversario alcune volte nel corso del test (a seconda del numero di avversari disponibili a partecipare).

La sfida è stata ideata da Masutatsu Oyama, il fondatore del Kyokushin e la prima persona a completare il test. Ha completato il kumite dei 100 uomini tre volte in tre giorni consecutivi. Il secondo uomo a completare il test è stato Steve Arneil nel 1965. Nel luglio 2004, una donna di nome Naomi Ali ha completato il kumite da 100 uomini. Sono state impiegate anche varianti che utilizzano sfide a 20 e 50 uomini.


Elenco dei kumite

  1. Masutatsu Oyama (Giappone) (nessuna prova)

  2. Steve Arneil (Regno Unito/Sud Africa, 21 maggio 1965)

  3. Tadashi Nakamura (Giappone, 15 ottobre 1965)

  4. Shigeru Oyama (Giappone, 17 settembre 1966) (120 in totale)

  5. Loek Hollander (Paesi Bassi, 5 agosto 1967)

  6. John Jarvis (Nuova Zelanda, 1967)

  7. Howard Collins (Regno Unito, 1 dicembre 1972)

  8. Miyuki Miura (Giappone, 13 aprile 1973)

  9. Shokei Matsui (Giappone, 18 aprile 1986)

  10. Ademir da Costa (Brasile, 25 aprile 1987)

  11. Keiji Sampei (Giappone, 24 febbraio 1990)

  12. Akira Masuda (Giappone, 19 maggio 1991)

  13. Kenji Yamaki (Giappone, 22 marzo 1995)

  14. Marius Schoeman (Sud Africa, 23 marzo 1996)

  15. Francisco Filho (Brasile, 22 marzo 1999) 

  16. Hajime Kazumi (Giappone, 13 marzo 1999)

  17. Pedro Luis Beltrán Goju Nin Kumite, 50 Kumites (Spagna, 17 maggio 2001) (unica persona che ha eseguito il test a 50 anni)

  18. Klaus Rex (Spagna, 12 dicembre 2002)

  19. Naomi Ali (Australia, 4 luglio 2004)

  20. Víctor Flores (Argentina, 8 dicembre 2004)

  21. Juan Manuel Gallego (Spagna, 21 gennaio 2006)

  22. Arthur Hovhannisyan (29 marzo 2009)

  23. Judd Reid (Thailandia/Australia, 22 ottobre 2011)

  24. Tariel Nikoleishvili (Russia, 26 aprile 2014)

  25. Abdullah Tarsha (Arabia Saudita, 2 giugno 2016)

  26. Takuma Kouketsu (Giappone, 26 novembre 2017)

  27. Daniel Sanchez (Spagna, 10 marzo 2018)

  28. Junior Robert McInnes (Giappone, 28 maggio 2018)

  29. Cem Senol (Paesi Bassi, 22 febbraio 2020)