giovedì 11 agosto 2022

Kōtarō Yoshida

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Kōtarō Yoshida 吉田 幸太郎 (Yoshida Kōtarō) (1883 – 966) è stato un artista marziale giapponese.
Fu membro della Amur River Society (conosciuta anche come: Black Dragon Society), un'organizzazione ultra nazionalista di diseredati ex-samurai che promulgò la "pan-Asiatic ascendancy" in linea con l'aumento dell'imperialismo giapponese. Anche se a detta di tutti era un prolifico artista marziale e insegnante, è sopravvissuto ben poco della documentazione sulla vita di Yoshida che è stata tradotta in inglese. Poiché era conosciuto per aver vissuto secondo un estremo stile di vita ascetica e forse a causa della sua attività politica e delle sue connessioni, maggiori informazioni su Yoshida vengono oggi tramandate oralmente da fonti primarie.


martedì 9 agosto 2022

Confucianesimo

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Il confucianesimo, recentemente denominato ruismo in alcune pubblicazioni specialistiche (儒教, Rújiào; "insegnamento dei ru"), è una delle maggiori tradizioni filosofico-religiose, morali e politiche della Cina. sviluppatosi nel corso di due millenni, esercitò un'influenza grandissima anche in Giappone, Corea e Vietnam. Confucio elaborò un sistema rituale ed una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla decadenza spirituale della Cina, in un'epoca di profonda corruzione e di gravi sconvolgimenti politici. A differenza di quanto si crede, questa pratica esisteva prima di Confucio, tuttavia secondo la tradizione cinese egli rappresenta il più grande esponente del ruismo e pertanto degno di venerazione. Proprio l'importanza che gli era attribuita nei testi classici cinesi portò i primi europei a pensare che Confucio ne fosse il fondatore.
Dando forte enfasi ai legami familiari e all'armonia sociale tra gruppi più vasti, quindi alla rettitudine del mondo reale, piuttosto che a una soteriologia che proietti le speranze dell'uomo in un futuro trascendente, il Confucianesimo è definito come una dottrina umanistica. Secondo la definizione di Herbert Fingarette è una religione che "sacralizza il secolare", considerando le attività ordinarie della vita umana, e specialmente le relazioni intra-umane, come manifestazioni del sacro in quanto esse sono espressione della natura morale dell'uomo (xìng ), che ha un ancoraggio trascendente nel Cielo (Tiān ), il Dio dell'universo e il suo ordinamento, e nel culto appropriato reso agli dèi (shén, i principii che generano gli enti). Mentre il Cielo (Tiān), specialmente in alcune scuole teologiche, ha alcune caratteristiche che corrispondono a quelle del Dio personale delle religioni ellenistico-cristiane d'Occidente, è primariamente descritto come un potere impersonale e immanente, assimilabile al Dào () del Taoismo e al Brahman delle religioni indiane. La liturgia confuciana (definita rú, o anche 正統/正统 zhèngtǒng, cioè stile rituale "ortopratico") dotta da sacerdoti o maestri del rito confuciani (禮生/礼生 lǐshēng) per il culto degli dèi in templi pubblici e ancestrali, è preferita per i riti sanciti dallo stato rispetto alle liturgie taoiste e popolari.
Dopo essersi confrontatole scuole di pensiero concorrenti, durante il Periodo dei regni combattenti, e violentemente combattuto sotto l'imperatore Qin Shihuangdi, il confucianesimo fu decretato filosofia di stato sotto l'imperatore Han Wudi (156-87 a.C.) ed è rimasto tale pressoché ininterrottamente (sebbene ciò non impedisse il prosperare nell'impero di altre religioni) fino alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1912. Dopo essere stato messo in discussione e violentemente soppresso, specialmente negli anni della Rivoluzione Culturale, a partire dagli anni 1980 è in atto un processo di riscoperta e reinvenzione del Confucianesimo, divenuto manifesto e anche supportato dal governo cinese negli anni 2000, che prende forma in una grande varietà di iniziative e gruppi di studio, di culto e di politica, di cui degna di nota è la costituzione nel 2015 della Santa Chiesa confuciana della Cina (中华孔圣会 Zhōnghuá Kǒngshènghuì) che intende essere un corpo nazionale per tutte queste correnti.
In lingua cinese esistono diversi concetti per riferirsi al Confucianesimo e alle sue diverse sfaccettature. Si noti che il termine radicale rú non è facilmente traducibile nelle lingue occidentali, ma fa riferimento a un vasto campo semantico che può essere reso con i concetti occidentali di "raffinato" ed "edotto":
scuola filosofica degli edotti/affinati (儒家 Rújiā) - reso "ruismo" nelle traduzioni occidentali;
insegnamento religioso degli edotti (儒教 Rújiào) - reso "ruismo";
ambito di studio degli edotti (儒學; semplificato 儒学 Rúxué) - xué indica una categoria di studio ed è traducibile con il suffisso occidentale "-logia";
insegnamento religioso di Confucio (孔教 Kǒngjiào) - letteralmente "confucianesimo".
Secondo Zhou Youguang (confuciano della Cina contemporanea) rú si riferiva in origine a un preciso metodo di pratica sciamanica e rituale, che esisteva prima dello stesso Confucio. Con le innovazioni di Confucio esso venne a significare anche la devozione nella propagazione di tali riti per la salvezza e la civilizzazione del popolo. Il Confucianesimo, iniziato da Confucio, sviluppato da Mencio (~372-289 a.C.) ed ereditato dalle generazioni di filosofi successive, subì costanti trasformazioni e ristrutturazioni pur preservando i concetti fondamentali di "benevolenza umana" (ren) e "rettitudine" (yi).
Confucio espose un complesso di dottrine morali a scopo religioso che furono tramandate dai suoi discepoli nell'opera 论语 Dialoghi. Coloro che volevano sviluppare la personalità, prima rendevano nobili i loro cuori; coloro che volevano nobilitare il proprio cuore, rendevano prima veritiero il loro pensiero; coloro che volevano rendere veritiero il loro pensiero, perfezionavano prima il loro sapere.
Per Confucio gli uomini sono divisi in tre gruppi:
1) gli uomini perfetti ovvero i saggi, coloro che rappresentano il modello da seguire, avendo raggiunto il più alto grado di perfezionamento, come ad esempio, gli imperatori dell'antica Cina;
2) i nobili ovvero gli uomini superiori (junzi);
3) gli uomini comuni che costituiscono la massa.
Per raggiungere una convivenza sociale armonica, Confucio raccomandò la pratica della virtù. Il primo ambito in cui bisogna agire correttamente è la famiglia, il secondo la società civile, il terzo lo stato. In questi ambiti, Confucio individuò cinque rapporti fondamentali: sovrano-suddito, padre-figlio, marito-moglie, fratello maggiore-fratello minore, amico-amico. Per Confucio rivestono importanza fondamentale il culto degli antenati, il rispetto dei genitori e degli anziani e il rispetto delle autorità statali (imperatore e principi).
La musica è molto importante per la crescita della persona, poiché è "manifestazione di ordine e armonia, ed espressione di sentimenti nobili ed elevati".
Le riflessioni di Confucio furono sviluppate e sistematizzate durante la dinastia Han. Vennero individuate cinque virtù cardinali, chiamate le cinque costanti:
Ren (benevolenza)
Yi (rettitudine o giustizia)
Li (correttezza o rito appropriato)
Zhi (conoscenza)
Xin (integrità).
Il termine "li" rappresenta un concetto assai complesso, che può definirsi come l'armonizzazione dell'uomo con l'ordine generale del mondo in tutti gli aspetti della vita, dall'osservanza dei riti religiosi statali e familiari alle regole di comportamento del vivere sociale."Li" è dunque una forza ordinatrice che deve guidare l'uomo nei suoi doveri sia verso gli altri uomini (il rispetto, la cortesia, il tatto, il decoro, l'autocontrollo), che verso gli esseri spirituali superiori (il corretto culto reso al mondo divino e agli antenati). "Li" è insieme la forza cosmica che dà forma e ordine allo stato e alla famiglia. Una fondamentale virtù è il ren, cioè l'umanità che è "la benevolenza che un uomo deve mostrare verso i suoi simili, ma in misura proporzionata ad una precisa gerarchia di legami politici e familiari."
Dopo le virtù cardinali, le virtù considerate più importanti sono zhong (lealtà), shu (empatia o altruismo) e xiao (pietà filiale). Altri importanti valori morali confuciani sono cheng (sincerità), lian (onestà), wen (gentilezza), rang (modestia), chi (senso del giusto e dell'ingiusto), jian (frugalità), gong (rispetto), yong (coraggio).
Sviluppo del primo confucianesimo
Come per molte altre figure storiche fondamentali nella storia del pensiero (Buddha, Socrate, Zarathustra) non disponiamo di fonti che possano essere fatte risalire a Confucio. Gli scritti di cui disponiamo furono tramandati dai discepoli del filosofo, che raccolsero le parole e il pensiero del loro maestro. Nel caso di Confucio, inoltre, il problema delle fonti è reso ancora più grave dalla persecuzione di cui furono fatte oggetto le scuole filosofiche durante la dinastia Qin, oltre due secoli dopo la morte di Confucio.
I frammenti esistenti permettono comunque di avere un quadro abbastanza chiaro del pensiero confuciano. Confucio era un letterato che si preoccupava dei tempi agitati in cui viveva. Aveva viaggiato attraverso la Cina, cercando di diffondere le sue idee politiche e di influenzare i sovrani dei numerosi piccoli regni in lotta per il dominio della Cina, sorti dopo l'indebolimento della dinastia Zhou. Inizialmente persuaso di avere una missione terrena, Confucio era un instancabile promotore delle virtù degli antichi sovrani illustri, come il duca di Zhou. Cercò di acquistare potere politico, ma non ebbe mai l'occasione di mettere in pratica le sue idee; più volte espulso dai vari regni, tornò infine nella terra natale dove spese l'ultima parte della sua vita dedicandosi all'insegnamento.
I Dialoghi, l'opera più vicina alla fonte del pensiero confuciano, riportano le discussioni del filosofo con i suoi discepoli. Essendo una compilazione di conversazioni, domande e risposte e di parti dedicate alla vita di Confucio, i Dialoghi non sono la descrizione di un sistema filosofico coerente. I primi abbozzi di un vero sistema furono realizzati da discepoli, o da discepoli di discepoli, primo fra tutti Zi Si, nipote di Confucio. Durante il fertile periodo delle Cento scuole di pensiero, numerose importanti figure del confucianesimo come Mencio e Xunzi svilupparono la dottrina sul piano etico e politico. Mencio, in particolare, si soffermò sulla natura umana e sulle teorie del buon governo.
Alcuni discepoli di Xunzi, come Han Fei Zi si convertirono al legismo una teoria politica totalitaria basata su un sistema penale severo, diametralmente opposta al confucianesimo, e furono di aiuto all'unificazione della Cina da parte di Shihuangdi.
Il confucianesimo riuscì a sopravvivere alla persecuzione di cui fu fatto oggetto durante la dinastia Qin solo grazie ai letterati che ne conoscevano i testi a memoria. Successivamente avvennero alcuni ritrovamenti che diedero un supporto di prove storiche a quanto era stato ricostruito solo in base a testimonianze orali: il ritrovamento più noto è quello dei classici rinvenuti dietro ai muri della casa di famiglia di Confucio.
Gli imperatori Han sostennero la dottrina confuciana. Forse influenzato da intellettuali come Dong Zhongshu, l'imperatore Han Wudi fece del confucianesimo la filosofia di stato ufficiale, senza tuttavia conferire un reale potere agli intellettuali confuciani, i quali, delusi, diedero il loro sostegno alla presa di potere da parte di Wang Mang (45 a.C.-23 d.C.).
Lo studio dei classici confuciani divenne la base degli esami per il reclutamento o la certificazione dei funzionari, facendo così del confucianesimo il cuore del sistema educativo cinese, anche se il pieno regime degli esami imperiali iniziò soltanto nel VII secolo, sotto la dinastia Sui. Il confucianesimo penetrò quindi profondamente nel sistema di pensiero dei cinesi e dei loro statisti, divenendo il pensiero politico dominante, raramente messo in discussione fino agli inizi del XX secolo.
Quando il confucianesimo divenne dottrina ufficiale sotto gli Han anteriori, si potevano già riconoscere varie correnti al suo interno. Successivamente, due millenni di commenti, rinnovamenti, interpretazioni e ritorni alle origini hanno contribuito alla complessità del quadro.
Si possono distinguere sei periodi nella storia del confucianesimo:
Periodo classico di formazione, fino alla dinastia Qin (221 a.C.)
Dinastia Han (202 a.C.—200 d.C.): ricostruzione dei testi perduti e redazione di commentari che divennero essi stessi oggetto di studi. Pur proclamando di voler semplicemente tramandare i testi antichi, i letterati dell'epoca lasciarono una forte impronta negli studi confuciani.
Dal II all'VIII secolo: comparsa dello xuanxue collegato al taoismo; alcuni autori del movimento (Wang Bi, per esempio) si considerano confuciani. Sviluppo di una filosofia buddhista cinese, che trovò favore a corte.
A partire dal IX secolo fino alla fine della dinastia Ming (metà del XVII secolo): comparsa di filosofi e correnti influenzati dal taoismo e dal buddismo - Han Yu, Li Ao, Liu Zongyuan (fine della dinastia Tang); neoconfucianesimo Song, con filosofi come Cheng Jing, Cheng Yi e Zhu Xi, Scuola dello spirito di Wang Yangming (fine del XV secolo). Sotto gli Yuan il canone classico di Zhu Xi diventò il programma di riferimento degli esami imperiali. Il neoconfucianesimo si diffuse in Corea e in Giappone.
Dinastia Qing, a partire dalla fine del XVII secolo: sviluppo dell'Hanxue, "studi Han", corrente che vorrebbe un ritorno ai testi originari, vale a dire alla versione della dinastia Han. I pensatori di questa corrente rimproveravano infatti ai filosofi dei secoli precedenti di essersi allontanati troppo dal confucianesimo originario.
A partire dal XX secolo: sviluppo del nuovo confucianesimo sotto l'impatto della filosofia occidentale.
Dopo la riformulazione del neoconfucianesimo da parte di Zhu Xi, Wang Yangming e altri neoconfuciani, il confucianesimo diventò religione di Stato anche in Corea e in Giappone.
Nel VII secolo, il confucianesimo fu fatto proprio dalle classi nobiliari durante il periodo dei tre regni di Corea e, quando questi vennero unificati dalla dinastia Goryeo, fu alla base dell'ordinamento politico che il nuovo stato si diede. La dinastia Goryeo fu soppiantata dalla dinastia Joseon nel 1393, che proclamò la Corea stato confuciano
Sotto il dominio cinese, il confucianesimo conquistò una posizione importante anche nella società vietnamita(EN) Beliefs and religions in Learn About Vietnam, Ambasciata vietnamita negli USA, anche se iniziò a diffondersi solo dopo che il Vietnam conquistò l'indipendenza dalla Cina nel 939. Come in Cina, si sviluppò una élite intellettuale, ed i principi di obbedienza e di rispetto per l'istruzione e per l'autorità furono recepiti da tutti gli strati della società. Il confucianesimo influenzò profondamente la struttura familiare e fu alla base del rigido sistema di gerarchia sociale. Nel XV secolo il confucianesimo prese in Vietnam il posto del buddhismo e divenne religione nazionale sotto la dinastia Le.
In Giappone, a partire dal 593 d.C., quando salì al trono l'imperatrice Suiko, fu adottato il buddhismo come religione di Stato, le istituzioni vennero rifondate secondo il modello cinese ed ispirate dal confucianesimo. Fautore delle riforme fu il principe Umayado, reggente dell'imperatrice e a tutt'oggi venerato dai giapponesi come protettore del buddhismo, della casa imperiale e del paese. Ispirandosi al pensiero di Confucio, ristrutturò i ranghi della società, assegnando i più alti in base ai meriti, e non più in base alle discendenze familiari. Nel 604 compilò la costituzione di 17 articoli, che fissava i codici di comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una società buddhista, e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890.

Quando riemersero i clan fedeli alla tradizione shinto, verso la metà del VII secolo, il buddhismo subì una flessione ma non fu sradicato, dato che molti dei clan imperiali si erano convertiti a tale dottrina. La struttura dello stato fu rafforzata con gli editti di riforma di Taika (大化の改新, Taika no Kaishin), promulgati nel 646 dall'Imperatore Kōtoku. Tali riforme riorganizzarono l'amministrazione statale secondo i criteri del confucianesimo, che influenzò quindi profondamente il pensiero giapponese fino al XIX secolo.

lunedì 8 agosto 2022

Gichin Funakoshi

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Gichin Funakoshi (船越 義珍 Funakoshi Gichin; Shuri, 10 novembre 1868 – Tōkyō, 26 aprile 1957) è stato un karateka e maestro di karate giapponese. Fu tra i più conosciuti e apprezzati maestri di arti marziali; fu il fondatore dello stile Shotokan.


Biografia
Gichin Funakoshi comincia la sua carriera di karateka, sotto la guida di uno dei più illustri maestri del tempo: Ankō Azato. La sua passione per il karate cominciò quando da piccolo, verso i 12 anni, andava spesso a giocare dal figlio più grande di Azato, e si stupì delle tecniche che il padre eseguiva in giardino. L'allenamento con il maestro era sempre durissimo e molto spesso si svolgeva di notte, al solo chiarore di una lanterna. Qui Azato insegnò a Funakoshi tutti i segreti del karate con grande rigidità. I primi tempi Funakoshi doveva eseguire centinaia di volte il singolo kata o la singola tecnica, al fine di raggiungerne la perfezione. Funakoshi imparò numerosi kata da Kenwa Mabuni e mandò lo stesso figlio Gigō a studiare dal fondatore dello Shito-Ryu.
Funakoshi era molto legato alle tradizioni tanto che, malgrado la situazione economica della famiglia, rinunciò a studiare medicina piuttosto che tagliare il ciuffo che portava, così come previsto dalle regole d'ammissione dell'accademia. Cominciò così un lavoro da insegnante alla scuola di Okinawa, e continuò a farlo per oltre 30 anni.
Agli inizi del suo lavoro come insegnante, Funakoshi conobbe Anko Itosu, amico di Azato, che acconsentì ad insegnargli la pratica del karate, sempre sotto la guida di Azato. Le idee dei due maestri erano però piuttosto diverse, così come lo erano al tempo quelle di tutti gli altri maestri. Non esisteva infatti un sistema unificato di karate, e ognuno personalizzava lo stile in base alle proprie esigenze.
Nel 1921 il principe ereditario giapponese Hirohito, in viaggio verso l'Europa, decise di far visita al piccolo distretto di Okinawa. Qui, durante la festa tenutasi per lui, incontrò Funakoshi che eseguì delle tecniche dimostrative. L'anno dopo, a Kyōto, durante un'esposizione di arti marziali ed educazione fisica, Funakoshi fu mandato per rappresentare l'isola. Incontrò Kanō Jigorō che lo invitò a tenere una dimostrazione nel suo dojo a Tokyo. Kano fu entusiasta dello stile mostratogli da Funakoshi, e rivestendo un importante carica all'interno del ministero dell'educazione, lo invitò a rimanere per divulgare la sua arte. Funakoshi decise quindi di rimanere a Tokyo per divulgare il karate.
I primi tempi risiedette in una piccola camera e fece il portinaio all'interno dello stesso palazzo. Il palazzo in questione era in realtà un pensionato per studenti, e quindi le possibilità di trovare allievi erano molte di più. Non riuscendo a vivere esclusivamente con lo stipendio di base, decise di chiedere in prestito una sala del palazzo inutilizzata e cominciare così i primi corsi di karate. All'inizio gli studenti erano molto pochi, ma nel giro di 2-3 anni il numero aumentò considerevolmente, e si cominciarono a creare molti club di karate, soprattutto fra le università. Nacque così il dojo Shotokan, costruito a Okinawa, che significa "la casa nel fruscio della pineta": Shoto era infatti uno pseudonimo usato da Funakoshi quando, da giovane, scriveva poesie. Il dojo verrà distrutto nel corso della seconda guerra mondiale, e molti allievi moriranno. Nel dopoguerra però, alcuni degli allievi sopravvissuti tornarono e ricostruirono il dojo, così che Funakoshi potesse ricominciare a insegnare. In quegli anni Funakoshi scrisse molti libri sulla filosofia del karate, ma il suo libro più importante sarà Karate jutsu. Dopo la morte della moglie, tornò a Tokyo all'età di 81 anni e scoprì che molti suoi allievi lo aspettavano per conferirgli la carica di presidente della Japan Karate Association: era il 1949. Agli inizi del 1951 però cominciarono a nascere le prime divergenze di opinioni all'interno della federazione e alcuni maestri la lasciarono. Il numero degli allievi continuò comunque ad aumentare. Gichin Funakoshi morì nell'aprile del 1957, all'età di 89 anni; sulla sua tomba fu scritto: "Il Karate non conosce primo attacco" (karate ni sente nashi).

Kata del karate

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Il Kata () nel Karate-dō, è un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari.
La parola Kata nella lingua giapponese in antichità assumeva il significato di simbolo per enfatizzarne il contenuto spirituale, in seguito assunse il significato più semplice di forma: infatti il Kata è un succedersi di tecniche di parata e attacco prestabilite contro più avversari immaginari e forme. Nell'esecuzione dell'esercizio riveste grande importanza proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti.
Non ci si deve però fermare all'aspetto estetico: il Kata è un vero combattimento, seppur codificato, quindi deve esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico.
Per i praticanti rappresenta l'essenza dell'arte marziale perché racchiude in sé sia lo studio delle tecniche fondamentali (Kihon) che il ritmo e la tattica del combattimento (Kumite): è perciò basilare per progredire nella ricerca della Via (Dō). E, dal punto di vista strettamente tecnico, si può ben dire che studiare i Kata è studiare il Karate nella sua completezza, senza quelle limitazioni poste dal Karate agonistico: in questo senso, si può affermare con certezza che non soltanto nei Kata risiede tutto il Karate, ma che le caratteristiche di ogni singolo stile possono essere comprese appieno soltanto dallo studio dei Kata propri dello stile medesimo. Non si deve tuttavia commettere l'errore di interpretare questo assunto nel senso che uno stile è tanto più completo quanto più elevato è il numero dei Kata che in esso si praticano: "Ciò che conta non è il numero di Kata presenti in uno stile, ma che in questi Kata siano rappresentati gli elementi distintivi e caratterizzanti dello stile medesimo.
L'esercizio del Kata non si pratica solo nelle discipline marziali, ma in tutte quelle arti orientali che abbiano come fine il Dō: ju-dō (via della cedevolezza), ken-dō (via della spada), kyu-dō (via del tiro con l'arco), aiki-dō (unire l'energia), ma anche sho-dō (calligrafia), ka-dō (composizione floreale) e sa-dō (cerimonia del tè). In tutte queste discipline ci si propone di fondere, attraverso la respirazione, le componenti fisica e mentale eseguendo una predeterminata sequenza di gesti per raggiungere una più elevata condizione spirituale.
Ogni Kata è composto da una serie di movimenti che ne costituiscono la caratteristica evidente, ma presenta altri elementi che sfuggono alla comprensione più immediata: i maestri che li hanno creati hanno spesso volutamente mascherato il significato di alcuni passaggi per evitare che altri se ne impadronissero. Per esempio i Kata vennero mimetizzati in danze innocue, nel periodo in cui ad Okinawa vigeva la proibizione di praticare le arti marziali.
Vi sono dei punti che caratterizzano l'esecuzione di un Kata nel karate. Ogni Kata inizia e finisce col saluto (rei). L'inchino testimonia un mutato atteggiamento mentale dell'esecutore, che da quel momento esprime tutta la sua forza interiore. Tale stato di massima attenzione (zanshin) si evidenzia in particolare al momento del saluto e del Kiai (grido).
Tutte le tecniche devono essere sostenute dal corretto uso della respirazione e della contrazione addominale (Kime) che, in due particolari momenti esplodono nel kiai. Dimenticare il grido o eseguirlo fuori tempo è indice di emotività, ed è un errore.
I Kata si sviluppano su di un tracciato determinato (embusen); se spostamenti e cambi di direzione vengono eseguiti correttamente, il punto di arrivo del Kata corrisponde a quello di partenza. Ogni karateka deve individuare un tokui kata (forma preferita), scelto in funzione dell'obiettivo da raggiungere: esame, gara o miglioramento tecnico. Il tokui Kata deve quindi cambiare nel tempo per le diverse fasi di evoluzione del praticante.

I dieci elementi del Kata
Yio no kishin è lo stato di concentrazione tipico di chi si sente attaccato.
Inyo è l'attacco e la difesa.
Chikara no kiojaku è il grado di forza da impiegare in ogni momento del kata.
Waza no kankyu è il grado di velocità da usare in ogni tecnica.
Taino shin shoku è la contrazione ed espansione dei muscoli del corpo.
Kokyu è la respirazione, sempre in sintonia con i movimenti.
Tyakugan è il significato che deve avere ogni tecnica nel kata, per fare ciò, occorre visualizzare mentalmente un avversario.
Kiai è un urlo causato dalla contrazione della parete addominale; serve per migliorare l'espirazione in un momento di particolare necessità di potenza nel kata.
Keitai no hoji è la corretta posizione da eseguire in ogni movimento; rispettando le posizioni è possibile ritornare al punto di partenza una volta terminato il kata.
Zanshin è lo stato mentale di guardia da tenersi anche al termine del kata: dallo stato di Ioi, allo stato di Yame.

Elenco dei Kata divisi per i vari stili
Shorin-Ryu
Kata Pinan (o Kata Heian)
Pinan Shodan
Pinan Nidan
Pinan Sandan
Pinan Yondan
Pinan Godan
Ananko
Bassai-dai (o Passai-dai)
Bassai-sho (o Passai-sho)
Chinti
Chintō
Gojushiho
Ishimine-passai
Jiin
Jion
Jitte
Kushanku-dai
Kushanku-sho
Matsumura-passai
Naihanchi Nidan (o Naifanchi Nidan)
Naihanchi Shodan (o Naifanchi Shodan)
Naihanchi Sandan (o Naifanchi Sandan)
Niseishi (o Niseshi)
Rohai Nidan
Rohai Shodan
Rohai Sandan
Sesan
Sochin
Tomari-passai
Unsū
Wakan
Wanchu (o Wanshu)

Wado - Ryu
Il primo Kata in questo stile, in realtà, è il Kihon Kata, mentre Nidan (secondo livello) e Shodan (primo livello) sono invertiti per facilitarne l'apprendimento.

Kata di base (Kata Pinan)
Pinan Nidan
Pinan Shodan
Pinan Sandan
Pinan Yondan
Pinan Godan
Kata superiori
Kushanku
Naihanchi
Seishan
Chintō
Jitte
Jion
Niseishi
Bassai
Wanchu
Rohai

Shotokan
Lo stile Shotokan attinge dalla tradizione dello Shuri - Te, conservando e codificando 26 Kata (escludendo 3 Kata "preliminari" considerati propedeutici). Quindici di questi, considerati la base dello stile, derivano dalle modifiche apportate a scopo didattico dal Maestro Yasutsune "Anko" Itosu, allievo del leggendario Sokon "Busho" Matsumura e a sua volta maestro di Gichin Funakoshi; si tratta, pertanto, di Kata rielaborati nei quali sono certamente visibili le connessioni con i Kata originari dello Shuri - Te, ma che tuttavia risultano profondamente diversi da questi ultimi, rappresentandone delle "stilizzazioni" didattiche successive e funzionali all'addestramento di allievi in età scolare. I quindici Kata rielaborati dal Maestro Itosu e ripresi dal Maestro Funakoshi sono: i cinque Heian (creati da Itosu con l'originaria dizione "Pin-An" e derivati dai Kata Kanku); i tre Tekki (derivati dal Kata Naifanchi, andato perduto); Bassai-dai; Kanku-dai; Jion; Jitte; Enpi; Hangetsu; Gankaku. Questi Kata vengono talvolta definiti fondamentali (Heian e Tekki) e Sentei (i principali). Altri preferiscono classificare Sentei gli stessi Kata con l'aggiunta di Bassai-sho e Kanku-sho, eliminando Gankaku (che non è andato soggetto al processo di "stilizzazione" sopra citato), portando così i Kata di base dello stile a sedici. Tra i Kata di specializzazione alcuni preferiscono considerare come una tipologia separata i Kata Chinte, Meikyo e Wankan. Questi vengono talvolta classificati come hara no kata. I Kata tradizionali derivano da due tipologie stilistiche originarie, non inquadrabili in veri e propri stili: Shōrin-ryū e Shōrei ryū, l'uno caratterizzato da maggior agilità e velocità di spostamento, quindi più adatto ai combattimenti a lunga distanza, l'altro basato su tecniche potenti e posizioni stabili e quindi più adatto ai combattimenti ravvicinati. Una ipotesi accreditata è che i termini si riferiscano alle scuole dello Shaolin del nord e del sud, che in momenti diversi hanno fatto risentire la propria influenza sulle isole di Okinawa, culla del karate. La seguente classificazione va presa con relativa flessibilità.

Kata preliminari
Taikyoku Shodan - Forte polo n. 1 (Shorin)
Taikyoku Nidan - Forte polo n. 2 (Shorin)
Taikyoku Sandan - Forte polo n. 3 (Shorin)
Taikyoku Yondan - Forte polo n. 4 (Shorin)
Kata Heian (Kata Pinan o Kata Heian)
Heian Shodan - Mente pacifica n. 1 (Shorin)
Heian Nidan - Mente pacifica n. 2 (Shorin)
Heian Sandan - Mente pacifica n. 3 (Shorin)
Heian Yondan - Mente pacifica n. 4 (Shorin)
Heian Godan - Mente pacifica n. 5 (Shorin)
Kata Tekki
Tekki Shodan - Cavaliere di ferro n. 1 (Shorei)
Tekki Nidan - Cavaliere di ferro n. 2 (Shorei)
Tekki Sandan - Cavaliere di ferro n. 3 (Shorei)
Kata Sentei
Bassai-dai - Assalto alla fortezza (Shorin)
Kanku-dai - Scrutare il cielo' oppure 'Sguardo al grande sole (Shorin)
Jion - Amore di Budda e riconoscenza (Shorei)
Empi - Volo di rondine (Shorin)
Hangetsu - Mezza luna (Shorei)
Gankaku - Gru sulla roccia (Shorin)
Jitte - Dieci mani (Shorei)

Kata superiori
Bassai-sho - Penetrare la fortezza (Shorin)
Kanku-sho - Scrutare il cielo (Shorin)
Sochin - Forza e calma (Shorei)
Unsu - Mani di nuvola (Shorin)
Nijushiho - Ventiquattro passi (Shorei)
Gojushiho-sho - Cinquantaquattro passi (Shorei)
Gojushiho-dai - Cinquantaquattro passi (Shorei)
Jiin - Tempio dell'amore di Budda (Shorei)
Chinte - Mano straordinaria (Shorei)
Meikyo - Specchio luminoso (Shorei)
Wankan - Corona di Re (Shorei)

Shito-Ryu
Tra gli stili più diffusi, lo Shito-Ryu è certamente quello che annovera il maggior numero di Kata; ciò è determinato dal fatto che il fondatore dello stile, il Maestro Kenwa Mabuni, era considerato in Okinawa un autentico esperto ed un profondo conoscitore dei Kata tradizionali, tanto che alla sua consulenza in materia, in caso di dubbi, ricorrevano spesso persino maestri di altissimo profilo come Chojun Miyagi e Gichin Funakoshi.
Kata di base (Kata Pinan o Kata Heian)
Pinan Shodan - Pace e tranquillità, 1º grado
Pinan Nidan - Pace e tranquillità, 2º grado
Pinan Sandan - Pace e tranquillità, 3º grado
Pinan Yondan - Pace e tranquillità, 4º grado
Pinan Godan - Pace e tranquillità, 5º grado

Kata superiori
Annanko - luce del sud
Aoyagi - Salice piangente
Bassai-dai - Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma lunga
Bassai-sho - Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma breve
Chatanyara Kushanku
Chinte - Tecniche non comuni
Chintei
Chintō - Gru sulla roccia
Gekisai Nidan
Gekisai Shodan
Gojushiho
Hannan - pace del sud
Heiku - tigre nera
Ishimine-bassai - Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma del Maestro Ishimine
Jiin - Tempio dell'amore di Buddha o Amore per la verità
Jion (Shito-Ryu): Il Kata Jion è uno dei Kata che viene insegnato appena acquisita la cintura nera. Il significato letterale di questo Kata è: Al tempio di budda. È un Kata che è composto da movimenti piuttosto lenti.
Jitte - Mano di Buddha
Juroku - Sedici
Kosokun-dai - Sguardo al cielo, o saluto al sole, forma lunga
Kosokun-sho - Sguardo al cielo, o saluto al sole, forma breve
Kururunfa - diciassette posizioni
Matsukase - vento nei pini
Matsumura-bassai - Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma del Maestro Matsumura
Matsumura-Rohai - Visione dell'airone bianco, forma del Maestro Matsumura
Myojo - Pianeta Venere
Naihanchi Nidan (o Naifanchi Nidan)
Naihanchi Shodan (Shito-Ryu) (o Naifanchi Shodan) viene usato per acquisire la cintura marrone nell'Itosu kai. È un Kata che si sviluppa in un'unica direzione. Esso è composto prevalentemente da difese. Tra queste troviamo il kagetsuki.
Naihanchi Sandan (o Naifanchi Sandan)
Nipaipo - ventotto passi
Niseishi (o Niseshi) - ventiquattro spostamenti
Oyadomari bassai
Pachu - le spire del drago danzante
Paiku - tigre bianca
Papuren - Otto passi allo stesso tempo
Rohai Nidan - visione dell gru 2
Rohai Shodan - visione della gru 1
Rohai Sandan - visione della gru 3
Saifa - Annientamento totale
Sanchin - Tre battaglie
Sanseiru - trentasei
Seienchin - La quiete dentro la tempesta
Seipai - Cinquantaquattro passi
Sesan - 13 mani
Shiho-kosokun
Shinpa
Shisochin
Sochin - La grande calma
Suparinpei - Centootto passi
Tensho - Mani fluttuanti
Tomari-bassai - Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma della città di Tomari
Unshu - Mani nella nuvola, mani come nuvole
Wankan - Pino nel vento
Wanchu (o Wanshu) - Volo di rondine
Tomari no Rohai

Goju-Ryu
La definizione Goju-Ryu (GoJu: duro-morbido, Ryu: scuola o stile) fu coniata per la prima volta dal Maestro Chōjun Miyagi nel corso di una delle esibizioni di Karate al Dai Nippon Butoku Kai di Kyoto. Prima di allora, lo stile di Naha-te fondato dal Maestro Kanryo Higaonna (o Higashionna, secondo una diversa lettura) non aveva un suo nome specifico. Il Kata di base, e quello che sia Miyagi che Higaonna consideravano il più importante e quello da eseguire sempre almeno una volta al giorno, quale che fosse il livello del praticante, è il Sanchin; il più complesso è Suparinpei, un Kata di rara bellezza e di altissimo grado di difficoltà adatto soltanto ai praticanti più esperti ed elevati in grado. Chojun Miyagi creò i primi quattro dei sei Kata Taikyoku (gli altri due li creò Gōgen Yamaguchi), creò i due Kata Gekisai e rielaborò moltissimo due Kata di origine cinese e da questi creò i Kata Sanchin e Tensho. Tutti gli altri Kata sono di derivazione cinese e sono stati leggermente modificati da Miyagi e Yamaguchi. Ecco la lista degli attuali Kata del GoJu-Ryu:

Taikyoku kata (Kata di base)

1. Taikyoku Jodan - "Primo corso alto"
2. Taikyoku Chudan - "Primo corso medio"
3. Taikyoku Gedan (o Taikyoku Gedan Ichi) - "Primo corso basso (uno)"
4. Taikyoku Gedan Ni - "Primo corso basso due"
5. Taikyoku Kake uke - "Primo corso parata a gancio"
6. Taikyoku Mawashi uke - "Primo corso parata circolare"
Fukyu kata (Kata intermedi)

1. Gekisai Dai Ichi - "Distruggere numero 1"
2. Gekisai Dai Ni - "Distruggere numero 2"
3. Sanchin (caduto in disuso perché non si fa più la respirazione ibuki) - "3 battaglie"
4. Tensho (caduto in disuso perché non si fa più la respirazione ibuki) - "Mani rotanti"
Kaishuu kata (Kata superiori)

1. Saifa - "Annientamento totale"
2. Seienchin (o Seiyunchin) - "La quiete dentro la tempesta"
3. Sanseru (o Sanseiru) - "36 mani"
4. Sepai (o Seipai) - "18 mani"
5. Shisochin - "Quattro monaci tranquilli"
6. Sesan (o Seisan) - "13 mani"
7. Kururunfa - "Opporsi alle onde"
8, Suparinpei (o Suparimpei) - "108 mani"

Uechi-Ryu
Lo Uechi-Ryu, altrimenti detto Pangai Noon, è lo stile fondato dal Maestro Kanbun Uechi al ritorno da 15 anni trascorsi in Cina, nella stessa zona in cui si era perfezionato qualche decennio prima il padre di quello che divenne successivamente il Goju-Ryu: il Maestro Kanryo Higaonna di Naha. Esistono infatti diverse similitudini tra il primo Goju-Ryu e lo Uechi-Ryu, che sono stili molto duri e caratterizzati da metodologie di allenamento al limite dell'autolesionismo. Lo stile conta soltanto tre Kata originari: Kanbun Uechi sosteneva di non avere avuto il tempo di imparare il quarto, Suparinpei, dal momento che in "soli" 15 anni di permanenza in Cina non aveva avuto che il tempo appena sufficiente ad approfondire i primi tre! Del resto, in ambito Goju-Ryu, sia Kanryo Higaonna che il suo allievo e successore Chojun Miyagi sostenevano che per imparare compiutamente il Kata di base Sanchin e poter quindi passare all'apprendimento del Kata successivo occorressero, ad un allievo con grandi capacità di applicazione, non meno di tre anni.
I tre Kata insegnati da Kanbun Uechi sono:

Sanchin- "tre battaglie"
Sanseryu
Sesan
Il figlio Kanei Uechi inserì successivamente altri tre Kata:

Kanchin
Kanshiwa
Seryu
In seguito, Saburo e Deiki Uehara aggiunsero rispettivamente:

Kanshu
Sechin

Sankukai
Kata di base
Taikyoku Shodan
Taikyoku Nidan
Taikyoku Sandan
Heiwa Shodan
Heiwa Nidan
Heiwa Sandan
Heiwa Yondan
Heiwa Godan
Kata Superiori
Hiji no kata
Shinsei
Jiin
Bassai-dai
Annanko
Matsukaze
Kosokundai
Seienchin
Sanchin
Hyakuhachi
Seipa
Tajima
Tensho
Goju yon
Saifa
Ten ryu no kata

Ryūei-ryū
Niseishi (ニセーシー?) (Ventiquattro)
Sanseru (Trentasei)
Seisan (セーサン?)(Tredici)
Pachu (パーチュー?) (Sfera rotante)
Heiku (ヘイクー?) (Tigre Nera)
Paiku (パイクー?) (Tigre Bianca)
Anan (Pace del sud)

sabato 6 agosto 2022

Combattimento in clinch

 


Il combattimento in clinch è la parte del combattimento in piedi in cui i combattenti sono alle prese in un clinch, in genere utilizzando le prese di clinch. La presa dell'avversario può essere utilizzata per eliminare l'uso effettivo da parte dell'avversario di alcuni calci, pugni e armi da mischia. Il clinch può anche essere usato come mezzo per passare dal combattimento in piedi al combattimento a terra usando atterramenti , proiezioni o spazzate .

Il combattimento di clinch è enfatizzato nel wrestling, nel judo, nella Muay Thai, nel Lethwei, nel Sambo, nel Wing Chun, nel Jiu-Jitsu brasiliano, nel Sumo e nelle arti marziali miste.

Il combattimento di clinch è l'obiettivo primario di molti sport da combattimento come il wrestling ed è anche una parte fondamentale del Wrestling amatoriale, Sambo, Muay Thai, Lethwei e arti marziali miste. La natura del clinch durante il combattimento dipende dalle regole coinvolte nei diversi sport. La Muay Thai pone molta enfasi sui colpi dal clinch, mentre il Judo si concentra sui lanci. La regola comune a tutte queste forme è il tasso per il grappling necessario formare un clinch. Altri sport da combattimento come Boxe o Taekwondo consentire la clinciatura solo per un breve periodo o non consentirla affatto. Se l'operazione di clinciatura non è consentita, al combattente che ha effettuato l'acquisizione verrà emesso un avvertimento o l'arbitro ricomincerà il combattimento a distanza.

Il clinch è un potente strumento per i grappler per avanzare in una posizione dominante nel combattimento a terra, o è usato per segnare punti o vincere una partita come un lancio di grande ampiezza nel Wrestling amatoriale o un ippon nel Judo. Il tipo di tecniche impiegate dipende fortemente dal fatto che i partecipanti indossino o meno indumenti abbastanza pesanti da essere afferrati e utilizzati per ottenere leva o sbilanciarli per impostare le proiezioni.

In ambienti competitivi esempi di tale abbigliamento sarebbero il Judogi, il Brazilian Jiu Jitsu gi o il Kurtka.

Nelle competizioni in cui vengono indossati tali indumenti (indicati quasi esclusivamente come gi) c'è una forte enfasi sul combattimento con presa in cui i combattenti cercheranno di ottenere una presa dominante sul gi dell'avversario per sbilanciarlo e lanciarlo. Esempi di tale competizione sarebbero Judo, Sambo o alcune competizioni di Jiu Jitsu brasiliano, sebbene nel BJJ ci sia spesso una divisione per entrambe le gare di gi e no-gi.

Nella competizione no-gi ottenere doppi underhook è generalmente considerato vantaggioso, poiché la posizione può essere utilizzata per eseguire proiezioni o takedown. Essere dietro l'avversario in una tale posizione è noto come ottenere la schiena ed è generalmente considerato ancora più vantaggioso, poiché è più difficile per l'avversario difendersi da quella posizione. Un tipico esempio di tecnica eseguibile da questa posizione è il suplex.

Durante la presa, la posizione delle braccia di un combattente è di vitale importanza. Il combattente cerca sempre di tenere le braccia all'interno di quelle dell'avversario, permettendogli di premere i gomiti insieme costruendo una presa più stretta. Il combattente tenta di tenere sempre le mani in una posizione "a coppa".

Esiste una moltitudine di tecniche di percussione che possono essere utilizzate efficacemente dal clinch. I pugni, i gomiti in clinch, a volte indicati anche come "pugilato sporco", sono un aspetto importante della Muay Thai, del Wing Chun, del Lethwei e delle arti marziali miste. I gomiti e i pugni ad anello corto come ganci e montanti possono essere utilizzati efficacemente dalla posizione di cravatta a colletto singolo. Sebbene non consentito in molti sport da combattimento, a Lethwei, l'uso della testata è incoraggiato e può essere efficacemente utilizzato anche dal clinch. La breve distanza nei annulla ribaditura calci in qualche misura, ma alcuni calci sono ancora efficace. Nel Wing Chun, le prese/trappole simultanee ai gomiti, ai polsi o dietro il collo spesso aprono un colpo. In Muay Thai, il doppio legame collare è utilizzato per controllare un avversario mentre ginocchiata alla testa o al tronco, e delinquenti sono utilizzati in alcune arti marziali miste concorsi per calciare i piedi dell'avversario.

Ci sono pochissime prese di sottomissione che possono essere applicate efficacemente dal clinch, senza impegnarsi in combattimenti a terra. La presa di sottomissione più nota è la ghigliottina , che può essere tentata da una cravatta a colletto singolo o doppio. L'altezza è vantaggiosa nell'applicazione dello starter a ghigliottina dal clinch, poiché è necessaria una leva sufficiente. Altre possibili ma più rare sottomissioni dal clinch sono il triangolo del braccio, lo strangolamento posteriore nudo e lo strangolamento Ezekiel.








venerdì 5 agosto 2022

Combattimento a terra

 


Il combattimento a terra (chiamato anche lavoro a terra o gioco a terra) è un combattimento corpo a corpo che si svolge mentre i combattenti sono a terra. Il termine è comunemente usato in arti marziali miste e altri sport da combattimento, così come varie forme di arti marziali per indicare l'insieme di grappling tecniche impiegate da un combattente che è a terra. È l'obiettivo principale del Jiu-Jitsu brasiliano ed è presente in quantità variabili nel Catch wrestling, Judo, Sambo, Shoot wrestling, Dishuquan Dog Kung Fu, alcune scuole di Shuai Jiao e altri stili di wrestling.

Analogamente al combattimento con il clinch, il combattimento a terra implica che i combattenti si trovino a una distanza molto ravvicinata, di solito coinvolgendo uno o entrambi i combattenti che afferrano l'avversario usando varie prese di presa. A seconda del posizionamento dei combattenti, la vicinanza può consentire tecniche come mordere, strangolare, cavare gli occhi, leve articolari, tecniche di punti di pressione o vari colpi.

Tradizionalmente trascurato dalla maggior parte delle arti, colpire a terra è un aspetto importante del combattimento a terra. Tipicamente, una posizione in alto è migliore per vari colpi rispetto a una posizione in basso, semplicemente perché il combattente nella posizione superiore può generare la distanza e il movimento necessari per colpi efficaci, mentre il combattente in basso è limitato dal suolo e dal combattente in alto. Un altro fattore è la gravità, che è a favore del combattente superiore quando colpisce verso il basso. Inoltre, l'effetto dei colpi a terra può essere amplificato, a seconda dell'area colpita, dal colpo che spinge l'avversario a terra. I tipi di colpi che possono essere impiegati efficacemente dipendono dalla particolare posizione di presa. I colpi comuni includono gomiti, testate, ginocchiate e pugni.








giovedì 4 agosto 2022

Colpo di gomito

 



Un colpo di gomito (comunemente chiamato semplicemente "gomito") è un colpo con la punta del gomito, la parte dell'avambraccio più vicina al gomito o la parte della parte superiore del braccio più vicina al gomito. I gomiti possono essere lanciati lateralmente come un gancio, verso l'alto come un montante, verso il basso con la punta del gomito, diagonalmente o in movimento diretto e in molti altri modi, come durante un salto. I colpi di gomito sono originari delle arti marziali tradizionali del sud-est asiatico, delle arti marziali tradizionali cinesi e delle arti marziali tradizionali di Okinawa.

Il gomito è una pratica vietata nella maggior parte degli sport da combattimento. Tuttavia, Lethwei, Muay Thai, Pradal serey e diverse organizzazioni di arti marziali miste (MMA) consentono la gomitata o consentono la gomitata in un modo specifico. Le organizzazioni di arti marziali miste che lo vietano di solito lo fanno perché sgomitare la testa aumenta il rischio di lacerazioni in un combattimento.

Mentre i gomiti sono per lo più vietati nella maggior parte degli sport da combattimento moderni, sono comuni nelle arti marziali tradizionali. Ci sono poche arti marziali tradizionali che non usano i gomiti anche se dipende da quale arte marziale si tratta, se i gomiti sono armi primarie o secondarie e anche in che modo, con quali tattiche e con che frequenza vengono utilizzati. Alcune arti marziali tradizionali ben note e rispettate che usano i gomiti sono Karate, Hung Ga, Bajiquan, sanda/sanshou, Wing Chun, Silat, Lethwei e Muay boran.

Nella Muay Thai, i colpi di gomito sono più spesso usati a distanza ravvicinata, ma sono anche impiegati mentre si salta verso l'avversario, simile al ginocchio volante della Muay Thai. La durezza del gomito consente di colpire con una forza considerevole e i combattenti esperti possono facilmente mettere fuori combattimento, tagliare o ferire l'avversario con un colpo ben piazzato. I gomiti sono generalmente più efficaci se usati in combinazione con pugni o calci per consentire al combattente di ridurre la distanza.

I gomiti sono usati anche nelle arti marziali miste come parte della tattica di combattimento a terra. I partecipanti usano spesso colpi di gomito in combinazione con pugni mentre sono in piena guardia, mezza guardia, montaggio laterale o montaggio completo per mettere fuori combattimento o sopraffare l'avversario.

Nell'hockey su ghiaccio, la gomitata ad un giocatore avversario è considerata dalle regole un'infrazione, conseguentemente due minuti di sospensione per il giocatore colpevole, lasciando la sua squadra short handed. Nella pallacanestro , dare una gomitata a un giocatore o "tirare l'arco" conta come fallo.

Un colpo di gomito improprio o un colpo di gomito senza un adeguato condizionamento può paralizzare parzialmente la mano dell'attaccante. Il nervo ulnare decorre posteriormente al gomito (posteriore all'epicondilo mediale dell'omero e innerva la porzione mediale del braccio). Ad esempio, dopo un colpo improprio, o se l'attaccante non è adeguatamente condizionato, l'utente potrebbe non essere in grado di utilizzare temporaneamente l'arto. Potrebbe esserci la possibilità di un danno permanente al nervo ulnare con un colpo di gomito.

Questo può essere fatto in diversi modi, il modo più semplice è praticare i colpi di gomito su qualcosa come un sacco da boxe / pad Muay Thai / pad flash, dopo alcune settimane di questo regolarmente si svilupperà una pelle più spessa e più dura sul gomito con la conseguenza di essere più difficile da tagliare o strappare la pelle durante l'esecuzione di colpi di gomito. Queste attività renderanno anche il tessuto circostante più difficile da ammaccare a causa dell'accumulo di tessuto cicatriziale nel punto d'urto del gomito dovuto a colpi di gomito. Non è consigliabile colpire oggetti solidi per il condizionamento poiché le microfratture nell'osso o in altri tessuti tendono ad essere un fattore di rischio per sforzi ripetitivi o problemi anche più acuti.