giovedì 4 agosto 2022

Gōjū-ryū

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Gōjū-ryū (剛柔流, in Giapponese sta per "stile duro-morbido", o "scuola (ryū) della durezza (Gō) e cedevolezza (jū)") è uno dei principali stili del karate di Okinawa e rappresenta una combinazione di tecniche "dure e morbide". Gō, che vuol dire duro/sodo, si riferisce a tecniche di mano chiusa con attacchi lineari e diritti; Jū, che vuole dire morbido/molle, assegna tecniche di mano aperta e movimenti circolari. Maggiore enfasi viene data alla respirazione corretta. Il Gōjū-ryū utilizza metodiche che includono la fortificazione e il condizionamento del corpo, approcci di base al combattimento e esercizi con partner.


Storia
Chōjun Miyagi, allievo di Kanryo Higaonna (fondatore del Naha-te) fondò questo stile. Il termine Gōjū fu tratto dal maestro Miyagi da un precetto di un passaggio intitolato "Kenpo Hakku", in un capitolo del "Bubishi" che recita: «Ho wa gōjū wo tondo su», che significa "La legge dell'universo respira dura e morbida". Il Gōjū-ryū deriva dall'antico Naha-te. Gōjū vuol dire "duro" (Gō) e "morbido" (Jū), ovvero uno stile che abbina tecniche dure a tecniche morbide. Questo stile è quello che ha ricevuto la maggior influenza cinese, poiché Kanryo Higaonna andò nella città cinese di Fuzhou a studiare l'arte del Chi-chi (o "boxe cinese") e il suo allievo Miyagi passò 4 anni (1904-1908) in quella città a studiare quelle forme. Si dice che Higaonna studiò lo stile "appeso" di Shao Lin Chuan, uno degli stili a pugno duro o esterno del Chi-chi; Myiagi studiò quindi lo Shao Lin Chuan ma anche il Pa Kua Chang o della "palma-mano degli 8 trigrammi", uno degli stili a pugno morbido o interno. La dottrina di combinare queste due arti opposte è detta Wu Pei Chi. Avendo appreso questi due stili, insieme al Naha-te di Higaonna, egli trasformò il karate nel karate di stile gōjū-ryū. Il Gōjū-ryū fu riconosciuto stabilmente in Giappone in due occasioni:
nel 1933 venne riconosciuto come budō dalla Dai Nippon Butoku Kai, ovvero fu riconosciuto come arte marziale moderna (gendai budo). Il Gōjū-ryū fu la prima scuola di Karate ufficialmente riconosciuta dal budō nel Giappone dal Butoku Kai e unico stile di karate con una piena rappresentazione sia ad Okinawa che in Giappone. Questo riconoscimento mette lo stile Goju-ryu Karate-do fra le moderne arti marziali (o Gendai Budo).
nell'anno 1998, quando la Dai Nippon Butoku Kai riconobbe il Goju-ryu Karate-do come un'antica forma di arte marziale (koryū) e come bujutsu (ovvero le arti marziali disarmate). Il riconoscimento quale koryu bujutsu indica un cambiamento nella visione della società giapponese nelle relazioni fra Giappone, Okinawa e Cina. Fino al 1998, infatti, solamente le arti marziali praticate in Giappone dai samurai venivano accettate come koryu bujutsu.
Il fondatore del Gōjū-ryū Chōjun Miyagi (宮城 長順, Miyagi Chōjun, 1888–1953)
Lo studente più promettente di Kanryo Higashionna fu Chōjun Miyagi (1888 – 1953), che cominciò ad addestrarsi sin dall'età di 14 anni. Nel 1915 Miyagi ed il suo amico Wu Xiangui (conosciuto come Go Kenki) andarono a Fuchou alla ricerca dell'insegnante di Higaonna. Stettero per un anno a studiare sotto molti maestri, ma la vecchia scuola chiuse a causa della Ribellione dei Boxer. Al loro ritorno, Higaonna morì. Molti degli studenti di Higaonna continuarono ad addestrarsi con Miyagi e fu a loro che egli presentò un kata chiamato Tensho, che aveva adattato dal Rokkishu, probabilmente la scuola della Gru Bianca del Fujian.
Il Goju-ryu attualmente è suddiviso in varie scuole, di cui quella del maestro Yamaguchi è la più diffusa anche perché rimasta più fedele ai canoni tradizionali del suo fondatore Miyagi.


Caratteristiche
Molta enfasi viene data alla respirazione: la respirazione ibuki. Le contrazioni muscolari, i movimenti lenti e potenti caratteristici di questo stile richiedono grande vigore fisico. La respirazione delle tecniche go viene detta respirazione solare (ibuki yoo), mentre quella delle tecniche ju viene detta respirazione lunare (ibuki in).
La respirazione solare (go) solitamente è poco utilizzata e avviene con la parte più bassa dei polmoni, mediante l'abbassamento dei fasci addominali e l'ispirazione nasale. L'espirazione tramite la bocca, avviene in maniera rumorosa con l'aria espulsa per la contrazione addominale e la rotazione in avanti del bacino. Tutti i muscoli e tutto il corpo sono contratti al massimo (contrazione kime). Il kata che esprime al meglio questa respirazione e le tecniche go è il kata Sanchin.
La respirazione lunare (ju) è invece molto più morbida, sempre addominale ma meno profonda e quindi meno rumorosa ed è quindi usata nelle tecniche morbide e sciolte. Il kata che esprime al meglio questa respirazione e le tecniche ju è il kata Tensho.
La fascia addominale (chiamata tanden) è quindi il centro di gravità dell'uomo, il fulcro della vita, il punto da cui si sprigiona l'energia interiore (ki o secondo altre scritture qi o ci) ed è quindi la parte del corpo che va allenata maggiormente. Sempre dal tanden nasce la kime, ovvero la contrazione; l'apice della kime si raggiunge con il kiai, un urlo di sfogo dato dall'unione (ai, contrazione del verbo awaso) dell'energia/spirito (ki), ovvero è l'arte di concentrare la propria energia mentale su di un unico punto del bersaglio col fine di distruggerlo. Il kiai si manifesta come un breve ma intensissimo urlo originato da una contrazione addominale che svuota i polmoni con l'effetto di esaltare un colpo sferrato.
Inoltre, nel Goju-ryu, al fine di conservare l'equilibrio e di ottenere tecniche più penetranti, per ogni movimento si rende necessario un contro-movimento opposto in modo da ottenere una coppia di forza. I movimenti sono molto circolari, basati sul principio del combattimento a corta distanza (leve) e sfruttamento della forza dell'avversario (come nel JuJitsu). Questo stile presenta posture raccolte e con molta retroversione del bacino.

Filosofia
Miyagi credette che "lo scopo ultimo del karate-do era quello di creare la persona, conquistare la miseria umana e trovare la libertà spirituale". Egli dichiarò che era importante, per l'equilibro dell'allenamento all'autodifesa, "l'allenamento della mente, o con la coltivazione del precetto karate-do ni sente nashi ('Non c'è un primo attacco nel karate')", enfatizzando inoltre l'importanza della "coltivazione dell'intelletto prima della forza". È lo stile che si è modernizzato di meno in quanto secondo le credenze del Goju-ryu, la sfera del karate è rappresentata da una mano e le competizioni sportive sono viste come il mignolo di essa.

Kata / Kata Bunkai
Kata vuol dire forma ed è formato da una serie movimenti che simulano un combattimento con uno o più avversari immaginari. I kata di Okinawa tendono tradizionalmente a preservare una serie di tecniche e principi di combattimento, e sono serviti come basi per molti sistemi di combattimento Okinawensi. Kata Bunkai significa letteralmente "kata smontato", cioè applicato. Ovvero è un kata, solo che mentre i kata normali vengono svolti con un avversario (o più) immaginario, il kata bunkai viene svolto con avversario (o più) vero, pertanto si ha bisogno di un partner.

I Kata del Karate Goju ryu tramandati dal fondatore Chojun Miyagi e da altri grandi maestri.
Chojun Miyagi creò i due kata Gekisai e rielaborò moltissimo due kata di origine cinese e da questi creò i kata Sanchin e Tensho. Tutti gli altri kata sono di derivazione cinese e sono stati leggermente modificati da Myiagi.

Kihon kata (KATA DI BASE)
1. Gekisai Dai Ichi (Kanji: 撃砕第一; Katakana: ゲキサイダイイチ) - "Distruggere numero 1"
2. Gekisai Dai Ni (Kanji: 撃砕第二; Katakana: ゲキサイダイニ) - "Distruggere numero 2"

Kokyu kata (Kata respiratori)
1. Sanchin (Kanji: 三戦; Katakana: サンチン) - "Le 3 battaglie"
2. Tensho (Kanji: 転掌; Katakana: テンショウ) - "Ruotare i palmi"

Kaishuu kata (KATA SUPERIORI)
1. Saifa (Kanji: 砕破; Katakana: サイファ) - "Annientamento totale"
2. Seienchin (o Seiyunchin) (Kanji: 制引戦; Katakana: セイユ()ンチン) - "La quiete dentro la tempesta"
3. Sanseru (o Sanseiru) (Kanji: 三十六手; Katakana: サンセイルー) - "36 mani"
4. Shisochin (Kanji: 四向戦; Katakana: シソーチン) - "Quattro monaci tranquilli"
5. Sepai (o Seipai) (Kanji: 十八手; Katakana: セイパイ) - "18 mani"
6. Sesan (o Seisan) (Kanji: 十三手; Katakana: セイサン) - "13 mani"
7. Kururunfa (Kanji: 久留頓破; Katakana: クルルンファー) - "Opporsi alle onde"
8. Suparinpei (o Pechyurin) (Kanji: 壱百零八;Katakana: スーパーリンペイ) - "108 mani"

Yamaguchi Goju Kai kata [JKGA / IKGA]
Chikaku
Genkaku
Taikyoku: Serie di cinque kata creati dal fondatore del Gōjū Kai, il maestro Gōgen Yamaguchi. I kata Taikyoku insegnano i metodi di blocco/attacco tradizionali e i movimenti fondamentali nelle quattro direzioni.
Taikyoku Jodan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Chudan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Gedan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Kake Uke; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Mawashi Uke; Dai Ichi & Ni
Seigokan kata
Tada Seigo, il fondatore del Seigokan, creò dei kata aggiuntivi per introdurli come programma educativo allo scopo di allenare gli allievi:

Kihon Uke no Kata
Kihon Tsuki no Kata
Shoreikan kata
Seikichi Toguchi, fondatore del Goju Ryu Shoreikan, creò dei kata aggiuntivi:

Hookiyu Kata Ichi
Hookiyu Kata Ni
Gekiha Dai Ichi
Gekiha Dai Ni
Gekisai Dai San
Kakuha Dai Ichi
Kakuha Dai Ni
Hakutsuru no Mai
Toguchi inoltre creò i formati "a coppia" per ognuno dei Hookiyu, Gekisai, Gekiha e Kakuha kata, così come per molti dei kata "koryu".

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