Gōjū-ryū (剛柔流,
in Giapponese sta per "stile duro-morbido", o "scuola
(ryū) della durezza (Gō) e cedevolezza (jū)") è uno dei
principali stili del karate di Okinawa e rappresenta una combinazione
di tecniche "dure e morbide". Gō, che vuol dire duro/sodo,
si riferisce a tecniche di mano chiusa con attacchi lineari e
diritti; Jū, che vuole dire morbido/molle, assegna tecniche di mano
aperta e movimenti circolari. Maggiore enfasi viene data alla
respirazione corretta. Il Gōjū-ryū utilizza metodiche che
includono la fortificazione e il condizionamento del corpo, approcci
di base al combattimento e esercizi con partner.
Storia
Chōjun Miyagi, allievo di Kanryo
Higaonna (fondatore del Naha-te) fondò questo stile. Il termine Gōjū
fu tratto dal maestro Miyagi da un precetto di un passaggio
intitolato "Kenpo Hakku", in un capitolo del "Bubishi"
che recita: «Ho wa gōjū wo tondo su», che significa "La
legge dell'universo respira dura e morbida". Il Gōjū-ryū
deriva dall'antico Naha-te. Gōjū vuol dire "duro" (Gō) e
"morbido" (Jū), ovvero uno stile che abbina tecniche dure
a tecniche morbide. Questo stile è quello che ha ricevuto la maggior
influenza cinese, poiché Kanryo Higaonna andò nella città cinese
di Fuzhou a studiare l'arte del Chi-chi (o "boxe cinese") e
il suo allievo Miyagi passò 4 anni (1904-1908) in quella città a
studiare quelle forme. Si dice che Higaonna studiò lo stile "appeso"
di Shao Lin Chuan, uno degli stili a pugno duro o esterno del
Chi-chi; Myiagi studiò quindi lo Shao Lin Chuan ma anche il Pa Kua
Chang o della "palma-mano degli 8 trigrammi", uno degli
stili a pugno morbido o interno. La dottrina di combinare queste due
arti opposte è detta Wu Pei Chi. Avendo appreso questi due stili,
insieme al Naha-te di Higaonna, egli trasformò il karate nel karate
di stile gōjū-ryū. Il Gōjū-ryū fu riconosciuto stabilmente in
Giappone in due occasioni:
nel 1933 venne riconosciuto come budō
dalla Dai Nippon Butoku Kai, ovvero fu riconosciuto come arte
marziale moderna (gendai budo). Il Gōjū-ryū fu la prima scuola di
Karate ufficialmente riconosciuta dal budō nel Giappone dal Butoku
Kai e unico stile di karate con una piena rappresentazione sia ad
Okinawa che in Giappone. Questo riconoscimento mette lo stile
Goju-ryu Karate-do fra le moderne arti marziali (o Gendai Budo).
nell'anno 1998, quando la Dai Nippon
Butoku Kai riconobbe il Goju-ryu Karate-do come un'antica forma di
arte marziale (koryū) e come bujutsu (ovvero le arti marziali
disarmate). Il riconoscimento quale koryu bujutsu indica un
cambiamento nella visione della società giapponese nelle relazioni
fra Giappone, Okinawa e Cina. Fino al 1998, infatti, solamente le
arti marziali praticate in Giappone dai samurai venivano accettate
come koryu bujutsu.
Il fondatore del Gōjū-ryū Chōjun
Miyagi (宮城 長順, Miyagi
Chōjun, 1888–1953)
Lo studente più promettente di Kanryo
Higashionna fu Chōjun Miyagi (1888 – 1953), che cominciò ad
addestrarsi sin dall'età di 14 anni. Nel 1915 Miyagi ed il suo amico
Wu Xiangui (conosciuto come Go Kenki) andarono a Fuchou alla ricerca
dell'insegnante di Higaonna. Stettero per un anno a studiare sotto
molti maestri, ma la vecchia scuola chiuse a causa della Ribellione
dei Boxer. Al loro ritorno, Higaonna morì. Molti degli studenti di
Higaonna continuarono ad addestrarsi con Miyagi e fu a loro che egli
presentò un kata chiamato Tensho, che aveva adattato dal Rokkishu,
probabilmente la scuola della Gru Bianca del Fujian.
Il Goju-ryu attualmente è suddiviso in
varie scuole, di cui quella del maestro Yamaguchi è la più diffusa
anche perché rimasta più fedele ai canoni tradizionali del suo
fondatore Miyagi.
Caratteristiche
Molta enfasi viene data alla
respirazione: la respirazione ibuki. Le contrazioni muscolari, i
movimenti lenti e potenti caratteristici di questo stile richiedono
grande vigore fisico. La respirazione delle tecniche go viene detta
respirazione solare (ibuki yoo), mentre quella delle tecniche ju
viene detta respirazione lunare (ibuki in).
La respirazione solare (go) solitamente
è poco utilizzata e avviene con la parte più bassa dei polmoni,
mediante l'abbassamento dei fasci addominali e l'ispirazione nasale.
L'espirazione tramite la bocca, avviene in maniera rumorosa con
l'aria espulsa per la contrazione addominale e la rotazione in avanti
del bacino. Tutti i muscoli e tutto il corpo sono contratti al
massimo (contrazione kime). Il kata che esprime al meglio questa
respirazione e le tecniche go è il kata Sanchin.
La respirazione lunare (ju) è invece
molto più morbida, sempre addominale ma meno profonda e quindi meno
rumorosa ed è quindi usata nelle tecniche morbide e sciolte. Il kata
che esprime al meglio questa respirazione e le tecniche ju è il kata
Tensho.
La fascia addominale (chiamata tanden)
è quindi il centro di gravità dell'uomo, il fulcro della vita, il
punto da cui si sprigiona l'energia interiore (ki o secondo altre
scritture qi o ci) ed è quindi la parte del corpo che va allenata
maggiormente. Sempre dal tanden nasce la kime, ovvero la contrazione;
l'apice della kime si raggiunge con il kiai, un urlo di sfogo dato
dall'unione (ai, contrazione del verbo awaso) dell'energia/spirito
(ki), ovvero è l'arte di concentrare la propria energia mentale su
di un unico punto del bersaglio col fine di distruggerlo. Il kiai si
manifesta come un breve ma intensissimo urlo originato da una
contrazione addominale che svuota i polmoni con l'effetto di esaltare
un colpo sferrato.
Inoltre, nel Goju-ryu, al fine di
conservare l'equilibrio e di ottenere tecniche più penetranti, per
ogni movimento si rende necessario un contro-movimento opposto in
modo da ottenere una coppia di forza. I movimenti sono molto
circolari, basati sul principio del combattimento a corta distanza
(leve) e sfruttamento della forza dell'avversario (come nel JuJitsu).
Questo stile presenta posture raccolte e con molta retroversione del
bacino.
Filosofia
Miyagi credette che "lo scopo
ultimo del karate-do era quello di creare la persona, conquistare la
miseria umana e trovare la libertà spirituale". Egli dichiarò
che era importante, per l'equilibro dell'allenamento all'autodifesa,
"l'allenamento della mente, o con la coltivazione del precetto
karate-do ni sente nashi ('Non c'è un primo attacco nel karate')",
enfatizzando inoltre l'importanza della "coltivazione
dell'intelletto prima della forza". È lo stile che si è
modernizzato di meno in quanto secondo le credenze del Goju-ryu, la
sfera del karate è rappresentata da una mano e le competizioni
sportive sono viste come il mignolo di essa.
Kata / Kata Bunkai
Kata vuol dire forma ed è formato da
una serie movimenti che simulano un combattimento con uno o più
avversari immaginari. I kata di Okinawa tendono tradizionalmente a
preservare una serie di tecniche e principi di combattimento, e sono
serviti come basi per molti sistemi di combattimento Okinawensi. Kata
Bunkai significa letteralmente "kata smontato", cioè
applicato. Ovvero è un kata, solo che mentre i kata normali vengono
svolti con un avversario (o più) immaginario, il kata bunkai viene
svolto con avversario (o più) vero, pertanto si ha bisogno di un
partner.
I Kata del Karate Goju ryu tramandati
dal fondatore Chojun Miyagi e da altri grandi maestri.
Chojun Miyagi creò i due kata Gekisai
e rielaborò moltissimo due kata di origine cinese e da questi creò
i kata Sanchin e Tensho. Tutti gli altri kata sono di derivazione
cinese e sono stati leggermente modificati da Myiagi.
Kihon kata (KATA DI
BASE)
1. Gekisai Dai Ichi (Kanji: 撃砕第一;
Katakana: ゲキサイダイイチ)
- "Distruggere numero 1"
2. Gekisai Dai Ni (Kanji: 撃砕第二;
Katakana: ゲキサイダイニ)
- "Distruggere numero 2"
Kokyu kata (Kata
respiratori)
1. Sanchin (Kanji: 三戦;
Katakana: サンチン) - "Le
3 battaglie"
2. Tensho (Kanji: 転掌;
Katakana: テンショウ) -
"Ruotare i palmi"
Kaishuu kata (KATA
SUPERIORI)
1. Saifa (Kanji: 砕破;
Katakana: サイファ) -
"Annientamento totale"
2. Seienchin (o Seiyunchin) (Kanji:
制引戦; Katakana:
セイユ(エ)ンチン)
- "La quiete dentro la tempesta"
3. Sanseru (o Sanseiru) (Kanji: 三十六手;
Katakana: サンセイルー)
- "36 mani"
4. Shisochin (Kanji: 四向戦;
Katakana: シソーチン) -
"Quattro monaci tranquilli"
5. Sepai (o Seipai) (Kanji: 十八手;
Katakana: セイパイ) - "18
mani"
6. Sesan (o Seisan) (Kanji: 十三手;
Katakana: セイサン) - "13
mani"
7. Kururunfa (Kanji: 久留頓破;
Katakana: クルルンファー)
- "Opporsi alle onde"
8. Suparinpei (o Pechyurin) (Kanji:
壱百零八;Katakana:
スーパーリンペイ) -
"108 mani"
Yamaguchi Goju Kai kata
[JKGA / IKGA]
Chikaku
Genkaku
Taikyoku: Serie di cinque kata creati
dal fondatore del Gōjū Kai, il maestro Gōgen Yamaguchi. I kata
Taikyoku insegnano i metodi di blocco/attacco tradizionali e i
movimenti fondamentali nelle quattro direzioni.
Taikyoku Jodan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Chudan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Gedan; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Kake Uke; Dai Ichi & Ni
Taikyoku Mawashi Uke; Dai Ichi & Ni
Seigokan kata
Tada Seigo, il fondatore del Seigokan,
creò dei kata aggiuntivi per introdurli come programma educativo
allo scopo di allenare gli allievi:
Kihon Uke no Kata
Kihon Tsuki no Kata
Shoreikan kata
Seikichi Toguchi, fondatore del Goju
Ryu Shoreikan, creò dei kata aggiuntivi:
Hookiyu Kata Ichi
Hookiyu Kata Ni
Gekiha Dai Ichi
Gekiha Dai Ni
Gekisai Dai San
Kakuha Dai Ichi
Kakuha Dai Ni
Hakutsuru no Mai
Toguchi inoltre creò i formati "a
coppia" per ognuno dei Hookiyu, Gekisai, Gekiha e Kakuha kata,
così come per molti dei kata "koryu".
Nessun commento:
Posta un commento